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Giovedì 2 giugno la Rete dei Comunisti sarà alla manifestazione “Nessuna base per nessuna guerra” in una giornata antimilitarista che caratterizzerà anche le piazze di Roma e Genova.
Il progetto di costruzione di una base dei reparti d’élite dell’Arma dei Carabinieri è funzionale alla creazione di una vera e propria cittadella militare sul territorio pisano, ad integrare la già impressionante presenza militare. La diatriba sulla collocazione della base ha assunto caratteristiche diverse da quelle iniziali grazie alla forte mobilitazione popolare degli abitanti di Coltano e di molte realtà politiche e sindacali, che hanno costretto governo e istituzioni locali a rivedere il piano di insediamento del sito militare. Lo “spacchettamento” della base di cui ora si parla salverebbe in parte il parco naturale ma aumenterebbe l’impatto sul territorio cittadino, con una sua presenza a “macchia di leopardo”.
Il progetto di Coltano è parte integrante del piano di investimenti strategici messo a punto a Bruxelles come risposta alla crisi del Covid-19 in funzione della riorganizzazione delle filiere produttive continentali. Oltre a smascherare la finta transizione ecologica predicata nelle sue pagine, aver tolto con un decreto presidenziale vincoli e potere di veto all’autorità del Parco naturale di San Rossore è la rappresentazione plastica di quella verticalizzazione delle scelte politiche ed economiche dell’edificio europeo nell’accentuata competizione tra l’imperialismo occidentale, Russia ma soprattutto Cina.
Una verticalizzazione che sta mettendo a nudo la debolezza della catena di comando locale, dalla Regione Toscana governata dal Partito Democratico al Comune Pisa dalla Lega , costretti a goffi tentativi di mediazione perché bypassati dalle decisioni dell’esecutivo e anche per questo incalzati dalla mobilitazione popolare contraria alla costruzione della base.
Di verticalizzazione si parla nella “Bussola Strategica per la Sicurezza e la Difesa”, approvato dal Consiglio UE lo scorso 21 marzo, che rappresenta sul piano militare un salto di qualità dell’imperialismo europeo nell’assunzione di un’autonomia strategica. Oltre a modellare in maniera più netta il futuro complesso militare-industriale europeo, la novità di un’unità interforze per l’intervento sul campo si associa a un meccanismo di approvazione delle missioni non più fondato sull’unanimità, ma sulla “astensione costruttiva” di chi non intende partecipare, innescando così un gioco di “geometrie variabili” e gerarchie assodate tra i paesi del Continente. Dentro un rapporto di complementarità nella NATO, in cui far valere un peso specifico differente rispetto a quello avuto fino ad oggi nei confronti dell’asse anglo-statunitense, si vanno costruendo le condizioni per la proiezione militare di quella “Europa del Potere” di cui ha parlato nel gennaio scorso il Commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton.
Parteciperemo alla manifestazione del 2 giugno per opporci concretamente al nostro imperialismo, attore più prossimo di destabilizzazione e oppressione dei lavoratori, rappresentato dalle politiche concrete dell’Unione Europea, evidenziando e combattendo questa sintesi tra devastazione ambientale, militarizzazione dei territori e impoverimento sociale delle classi subalterne.
Rete dei Comunisti – Toscana