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Due facce della stessa medaglia. Le crisi possono essere anche un’opportunità, un’occasione di ripensamento. E così, rispondendo anche agli spunti e alla sollecitazioni emerse durante la tavola rotonda che ha accompagnato la presentazione del rapporto Irpet sull’economia toscana, associazioni di categorie e sindacati uno di fronte all’altro, il presidente della Regione Eugenio Giani ne approfitta per lanciare la proposta di un tavolo per la semplificazione; coglie l’occasione per dire che sulla sburocratizzazione “dobbiamo fare di più, anche in Regione, liberandosi di una cultura in cui qualche dirigente ha paura ad assumersi le proprie responsabilità”. Annuisce anche, il presidente, che “servono investimenti pubblici”, sposando una logica keynesiana di sostegno e volano all’economia. Lo fa nel lungo intervento con cui ha concluso una mattinata densa di numeri e riflessioni, di criticità ma anche di speranze, stimoli e punti di forza, a partire da quella reattività, maggiore rispetto ad altre regioni, che la Toscana già ha dimostrato l’anno scorso.
“Non abbiamo un problema di risorse – ribadisce Giani -: quel che ci serve è una maggiore capacità di condivisione di scelte ed analisi, pubblico e privato insieme”. Risponde ai sindacati, dicendosi d’accordo su un patto per lo sviluppo e la coesione. Rivendica il lavoro fatto sulle infrastrutture. E torna sul tema, lanciato nei giorni scorsi, del federalismo energetico, “perchè è evidente che nel sostegno e rilancio dell’economia fondamentale sarà il tema dell’energia”.
“Negli anni e decenni la dipendenza energetica dell’Italia è aumentata anziché dimuire – dice – . Va dunque cambiata mentalità”. “Ma di fronte ad un maggiore impegno per accrescere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili – rimarca -, soprattutto se si raggiungono risultati concreti, è necessario che ci siano agevolazioni, siano esse sconti sul costo dell’energia per le imprese del territorio o la realizzazione di opere pubbliche. Un premio ci deve però essere”.
“La Toscana – prosegue – è tra le Regioni che più produce energia rinnovabile rispetto al proprio fabbisogno – spiega – Grazie alla geotermia garantiamo quasi il 30 per cento: con l’idroelettrico, il fotovoltaico e l’eolico sforiamo il 40, come racconta anche Irpet. Possiamo crescere ulteriormente: peccato che comitati ed enti spesso rallentino questi interventi”. “La Soprintendenza – ricorda – si è opposta al progetto di Sorgenia sulla geotermia sull’Amiata e alle pale eoliche sul Mugello”.
Prima di lui, dopo i numeri illustrati dai tecnici, associazioni di categoria e rappresentanti dei lavoratori si erano confrontati sul da farsi nel corso di una tavola rotonda. Confindustria Toscana, con il suo presidente Maurizio Bigazzi, ha rilanciato interventi sul cuneo fiscale per ridurre i costi del lavoro, evitando aumenti a carico delle aziende, e chiede iter più rapidi su investimenti per progetti di autonomia energetica. La burocrazia che crea incertezza e spaventa è stata al centro anche dell’intervento di Luca Giusti di Confartigianato e di Luca Tonini della Cnd. “L’Italia è come un cubo di Rubik incasinato – riassume Francesca Marcucci di Confcommercio – Prima la pandemia e poi questa nuova crisi ci hanno reso consapevoli di quel che ci manca e sulle scelte, sbagliate almeno in parte, fatte in passato”. Preoccupazione traspare anche dall’intervento di Alessio Lucarotti di di Confesercenti Toscana. Dalida Angelini della Cgil si sofferma sulla sicurezza sul lavoro. “Quel lavoro sicuro e stabile – sottolinea Paolo Fanrtappiè della Uil – che si costruisce anche con il Pnrr”. Ma vanno però rinnovati i contratti di lavoro e detassati gli aumenti, rilanciano i sindacati, soprattutto oggi che l’inflazione che è tornata significatamente a crescere. Chiedono impegno per un’occupazione stabile e contro il lavoro povero. E dopo il Pnrr, aggiungono, serviranno altri investimenti pubblici. “Ci attendono scelte importanti e sarebbe utile un metodo strutturale di concertazione” propone a proposito Cino Recce della Cisl.
“Mai rapporto Irpet è stato così complesso e così esposto ad avvenimenti difficilmente prevedibili – conclude Giani – Solo poche settimane fa, prima dell’invasione dell’Ucraina, avremmo parlato di una ripresa importante, anche se non uniforme, con previsioni per il 2022 estremamente confortanti – La situazione è drammaticamente cambiata. Ma con le risorse a disposizione e l’esperienza di due crisi alle spalle abbiamo la capacità di intervnenire sulle componenti che hanno frenato negli anni la nostra crescita”.