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La nostra opposizione cresce e continua. L’incontro di mercoledì nella Caserma Baldassari a Firenze tra il Sindaco di Pisa, Arma dei Carabinieri, Ministero delle Infrastrutture, Governo della Regione Toscana e Ente Parco non ha espresso sostanziali novità da parte delle istituzioni sul progetto della nuova base militare a Coltano, rimandando ad un nuovo incontro, presumibilmente decisivo, con il Ministero della Difesa il prossimo 12 Maggio.
Tutti gli attori in causa sono sostanzialmente d’accordo sull’ipotesi dello spacchettamento della base nel territorio di Pisa, ma nessuno esclude totalmente il riutilizzo dell’Ex Centro Radar di Coltano che potrebbe rimanere punto fermo del nuovo insediamento, incrementandone l’estensione nei terreni agricoli circostanti, rispetto agli attuali 5 ettari occupati. Le altre opzioni sul campo riguardano l’Area Expo di Ospedaletto e altri siti militari inutilizzati sul territorio comunale.
Da questa vicenda emerge in tutta la sua limpidezza la trasversalità rappresentata dal Partito Unico della guerra e degli affari nella sua declinazione locale. Il Sindaco Conti(Lega), dopo l’iniziale levata di scudi si è accodato al Governatore Giani(PD) nel sostenere le potenzialità per il territorio il nuovo insediamento militare, mentre in Consiglio Regionale vengono approvate le mozioni del Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Italia Viva che nulla aggiungono se non diversi punti di vista, ma unanimi sulla necessità del nuovo polo militare.
Come Potere al Popolo, insieme alle forze sociali e politiche che ieri hanno sostenuto con forza il presidio convocato dal Movimento No Base – Né a Coltano Né altrove, continueremo a batterci affinché questo progetto venga ritirato completamente e che i 190 milioni dal Fondo Coesione e Sviluppo e dal PNRR siano reindirizzati completamente in spese sociali.
Consapevoli del fatto che soltanto l’opposizione dei settori popolari possa realmente bloccare i piani del Governo Draghi che ci sta trascinando verso un’escalation del conflitto militare e una militarizzazione sempre più perversa dei territori, rilanciamo sulla mobilitazione del 2 Giugno, per ribadire come abbiamo fatto il 19 Marzo davanti all’Aeroporto di Pisa il nostro no alla partecipazione dell’Italia alla guerra, per il blocco dell’invio di armi, per lo stop delle spese militari e la rottura con la NATO.
Nessuna pace con chi vuole la guerra!