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Riteniamo che la città tutta debba essere grata al consigliere Ciccio Auletta e al lavoro di Una Città in Comune che le ha permesso prima di conoscere il decreto del 23 marzo e poi lo Studio di Fattibilità dell’Arma a Coltano.
C’è stata una mobilitazione ampia dei cittadini e delle Associazioni che ha inciso anche sulle forze politiche e le istituzioni, almeno alcune delle quali sicuramente a conoscenza del progetto da un anno.
Questa mobilitazione qualche risultato lo ha portato: si fa strada l’accantonamento del progetto della “cittadina” dei Carabinieri a Coltano. Continui la mobilitazione, unica speranza che si arrivi a trovare soluzioni compatibili con l’ambiente e l’integrità e la storia del nostro territorio.
Per affrontare la fase che si è aperta occorrono a nostro avviso SERIETÀ E ONESTÀ INTELLETTUALE da parte di tutti.
La nostra non è stata e non è una battaglia contro i militari, meno che mai contro i carabinieri: è una battaglia contro il consumo di suolo.
Ma come abbiamo detto ci vuole serietà.
L’operazione di greenwashing messa in atto da alcuni rappresentanti istituzionali che hanno definito un intervento monstre da 445.000mc non una “caserma” ma una “Eco-struttura” è operazione poco seria.
Lo stesso studio di fattibilità dell’Arma dimostra che neanche i proponenti aspiravano a tanto: in 30 pagine parlano di aspetti ambientali solo in poche righe, nelle Conclusioni, e citano solo edifici con alte prestazioni di resa energetica, forse produzione di energia da fonti rinnovabili e postazioni di ricarica dei veicoli elettrici. Quello che oggi è praticamente obbligatorio in qualsiasi nuovo edificio.
A nostro avviso i punti fermi da cui partire, accantonata in toto Coltano, sono:
Non coinvolgere in nessun caso aree ricadenti nel Parco. Le ipotesi che sono circolate come l’area della Bigattiera di 32h solo per meno del 6% impermeabilizzata e il CISAM di 479h molto poco edificata e quasi totalmente a bosco, sono improponibili e nessun incremento del loro uso militare è concepibile.
Non consumare nuovo suolo. Questa scelta sembra oggi, almeno a parole, prevalere.
Non è serio però affermare questa priorità e poi portare avanti proposte che la contraddicono.
Si parla dell’area di Ospedaletto, di proprietà della Regione e del Comune: 23h di cui meno del 24% consumata, dove negli immobili presenti c’è il Genio Civile, il Mercato Ortofrutticolo, la Tipografia comunale, un immobile della Protezione Civile Regionale in ristrutturazione. Tutte funzioni indispensabili. Dove si pensa di traslocarle? Anche per il consumo di suolo vale la proprietà transitiva.
Occorre comprendere quali siano le reali esigenze strettamente operative dell’Arma, escludendo l’idea di cittadella e riducendo fortemente le dimensioni del progetto. Non c’è posto a Pisa per una struttura unitaria di quelle dimensioni.
Occorre comprendere qual’è il reale livello di utilizzo delle caserme presenti in città e puntare su di esse per risolvere le necessità attuali. Occorre dire con franchezza al Ministero della Difesa che non saranno più pensabili in futuro altre operazioni di “valorizzazione” immobiliari come quelle che hanno già coinvolto, la Curtatone e Montanara e l’Artale, strutture che, in particolare la seconda, sarebbero potute tornare utili in questa occasione.
La Gamerra si estende per quasi 17h, circa l’80% pavimentati e/o occupati da edifici. Si dice che sia ampiamente sottoutilizzata; potrebbe ospitare una parte dei reparti dell’Arma, senza prevedere alcun suo ampliamento.
La Bechi Luserna, estesa per 12h, circa per metà pavimentata, potrebbe trovare un analogo utilizzo. L’ipotesi di trasformarla nella nuova porta turistica della città non ha avuto una sua concreta attuazione nonostante una previsione urbanistica di quasi triplicare la Superficie Utile Lorda attuale degli edifici. Non si intravede oggi un percorso per realizzare quell’ipotesi mantenendo ferma quella che tutti dicono essere la priorità: il non consumo di suolo.