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Basta sottrarre terreno all’agricoltura e alla produzione di cibo. No a nuovo consumo di suolo. A prendere posizione è Coldiretti Pisa contraria a qualsiasi progetto, militare, civile o di altra destinazione, che divori altro suolo alle imprese agricole. Suolo che, secondo la principale organizzazione agricola, dovrebbe essere salvaguardato e valorizzato per produrre tutte quelle materie prime agricole da cui oggi dipendiamo dall’estero contribuendo inoltre alla crescente fragilità del territorio di fronte ai cambiamenti climatici. Proprio Coldiretti in occasione della Giornata della Terra aveva lanciato un preoccupante trend: il consumo di suolo si è mangiato negli ultimi quattordici anni 180 mila quintali di prodotti agricoli che avrebbero potuto essere coltivati e raccolti nelle campagne toscane per una perdita stimata di 3,6 milioni di euro. Lo spazio destinato all’agricoltura si è ridotto irreversibilmente tra il 2012 ed il 2020 nella nostra regione di circa 600 ettari così come le superfici naturali per circa 2.600 ettari mentre, al contrario, hanno continuato ad espandersi le aree urbane con un incremento di 3.270 ettari secondo l’Ispra per un totale di suolo consumato di 141 mila ettari pari al 6,17% dell’intera superficie regionale.
Un processo che non ha risparmiato la provincia di Pisa dove, secondo l’elaborazione di Coldiretti sulla base dei dati Ispra, sono stati consumati 46 nuovi ettari tra il 2019 ed il 2020 che portano la percentuale di suolo occupato da cemento, edifici, capannoni e strade al 6,98% (media regionale del 6,12%). Complessivamente sono 17 mila gli ettari che non potranno più essere utilizzati. “Coldiretti oggi non prende posizione contro il progetto della base militare a Coltano ma contro qualsiasi progetto destinato ad erodere altro suolo all’attività agricola sia esso civile o di altra natura. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Pisa, nonché Coldiretti Toscana – L’ultima generazione è responsabile della perdita in Italia di oltre ¼ della terra coltivata per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto in maniera purtroppo irreversibile la superficie agricola utilizzabile; superficie che è irrimediabilmente persa”.
Coldiretti suggerisce di “recuperare e rigenerare edifici ed aree che sono già edificate”: “Non è la direzione giusta perché il futuro ci impone di cambiare traiettoria. – conclude Filippi – Ogni metro di suolo sottratto alla produzione di cibo, all’agricoltura, alla biodiversità, è un metro in più che ci allontana da un futuro di sostenibilità e sovranità alimentare”.