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’ottimo risultato raggiunto, oltre al grande entusiasmo suscitato dalla mostra fin dalle prime settimane di apertura, raggiunge e ritorna ai numeri di partecipazione registrati da Palazzo Blu prima della crisi dovuta alla pandemia. Un importante segnale di ripresa e speranza, in continuità con i dati in crescita dei luoghi d’arte e cultura di tutta Italia, che finalmente tornano ad essere luoghi da abitare.
Gli organizzatori della mostra – Fondazione Pisa, MondoMostre e Palazzo Blu – esprimono grande soddisfazione a conclusione di un progetto che ha portato a Pisa una delle più importanti retrospettive su Keith Haring mai presentate in Italia e ringraziano il pubblico che ha dimostrato apprezzamento con la sua presenza costantemente in crescita, settimana dopo settimana, nei cinque mesi di esposizione.
La mostra ‘Keith Haring’, curata da Kaoru Yanase, Chief Curator della Nakamura Keith Haring Collection, ha reso omaggio all’artista statunitense, universalmente riconosciuto tra i padri della street-art, ospitando oltre 170 opere della Nakamura Keith Haring Collection.
Un omaggio a Haring che proprio a Pisa ha soggiornato nel 1989, per dipingere su una parete del convento di S. Antonio, il celeberrimo murale ‘Tuttomondo” e che ha avuto con la città un rapporto speciale. Si è voluto inoltre rievocare proprio i giorni pisani dell’artista attraverso il percorso fotografico ‘Keith is back!’ dal murale a Palazzo Blu, lungo l’asse pedonale di Corso Italia, che ha riproposto le immagini di quella settimana di intenso lavoro, all’opera sul muro. Il percorso è stato realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale e l’assessore alla cultura Pierpaolo Magnani, che ringraziamo.
La mostra ha portato a Pisa opere mai esposte prima in Italia e in Europa,provenienti dalla Nakamura Keith Haring Collection, la collezione personale di Kazuo Nakamura, che si trova nel museo dedicato all’artista, in Giappone. A Palazzo Blu sono state presentate opere che vanno dai primi lavori di Haring fino agli ultimi, molte serie complete quali Apocalypse (1988), Flowers, (1990) e numerosi altri disegni, sculture nonché grandi opere su tela come Untitled (1985). Ampiamente riconosciuto per le sue opere d’arte dai colori vivaci e giubilanti, i lavori di Haring sono familiari e noti anche a chi non conosce la sua breve parabola artistica perché i suoi omini stilizzati e in movimento, i suoi cuori, i suoi cani e i suoi segni fanno parte del bagaglio di immagini pubbliche e non solo, in tutto il mondo, e sono proprio queste ad averlo reso un simbolo della cultura e dell’arte pop degli anni Ottanta.
La mostra ha ripercorso l’intera carriera artistica di Haring e l’ampia gamma di tecniche espressive da lui indagate – pittura, disegno, scultura, video, murales, arte pubblica e commerciale – iniziando dai disegni in metropolitana,Subway Drawings, 1981-1983 (gesso bianco/carta/pannelli di legno) che restano tra i suoi lavori più noti e acclamati, fino al portfolio delle diciassette serigrafie dal titolo The Bluprint Drawings,la sua ultima serie su carta che riproduce le prime e più pure narrazioni visive nate nel 1981, pubblicata nel 1990, un mese prima della sua morte.