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Ridurre le accise su luce e gas e l’Iva per i costi complessivi, maggiori incentivi e snellimento della burocrazia per agevolare l’autoproduzione di energia. Queste alcune delle principali necessità evidenziate nel corso del webinar “Perché luce e gas continuano ad aumentare” organizzato da Confcommercio Provincia di Pisa e dedicato al tema del caro-bollette. Nel corso dell’appuntamento che ha visto la nutrita partecipazione di imprenditori, titolari di attività e professionisti, moderato dal direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli, sono intervenuti il direttore generale Fipe Confcommercio, Roberto Calugi, il segretario generale FederModa Italia, Massimo Torti, e il district manager di Enegan, Massimo Pieri,
“Le nostre imprese lottano per la sopravvivenza ormai da anni, in un calvario iniziato con la crisi economica del 2008 che si è fatto drammatico in questi due anni di pandemia, senza contare le conseguenze che la guerra sta già portando e porterà a livello economico” afferma il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli. “In questo momento è importante dare risposte e cercare soluzioni per tutte quelle imprese che dalla fine del 2021 devono combattere anche contro il progressivo e vertiginoso aumento dei costi di energia elettrica e gas”.
“Noi imprenditori siamo ottimisti per definizione e non vogliamo lasciarci andare a catastrofismi, ma non esageriamo nel dire che per bar, locali e ristoranti la situazione è drammatica” premette il direttore generale Fipe Confcommercio, Roberto Calugi. “Parliamo di un settore, quello dei pubblici esercizi, che in due anni ha visto perdere 56 miliardi di consumi, 300mila posti di lavoro e 45mila imprese, e che dall’inizio del 2021 deve fare i conti con tensioni inflattive che, secondo lo studio Confcommercio – Nomisma, ha portato a un aumento del 500% del costo del gas naturale e del 400% per l’energia elettrica. Dati che per le nostre attività si traducono in un aumento di spesa di circa 20 miliardi di euro per le utenze, aggravati dall’aumento del carburante e dai costi di trasporto per la filiera agroalimentare, anch’essa raddoppiata in alcune materie prime come pasta e caffè. Serve una politica che non guardi solo al breve periodo, ma che risolva problemi strutturali come la dipendenza energetica da Paesi terzi e che incentivi l’autoproduzione di energia con investimenti pubblici e uno snellimento della burocrazia”.
Esprime forte preoccupazione anche il segretario generale FederModa Italia, Massimo Torti per il settore moda, abbigliamento e calzature. “Un comparto che nel 2019 contava quasi 115mila imprese attive e oltre 85mila unità locali in Italia, e che in due anni ha perso più di 15mila punti vendita e più di 30mila addetti, con una perdita stimata di 20 miliardi. In questo contesto di grande sofferenza, nel 2022 i negozi andranno a spendere in media il 40% in più solo di costi fissi come energia elettrica per illuminazione, aria condizionata e saracinesche e gas per il riscaldamento. Una spesa che andrà a ricadere sui consumatori, visto che non possiamo permetterci di perdere ulteriore marginalità. Per questo è necessaria una riduzione delle accise sui costi di energia e gas e dell’Iva sui costi complessivi, oltre a una maggiore attenzione sui costi di servizio per le aziende che operano sul libero mercato e la possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 20% dei costi per energia e gas. Importante poi ricordare che le aziende del settore moda possono già vedere una riduzione del 90% dell’aliquota sull’accisa del gas presentando domanda al proprio fornitore”.
“Siamo nel mezzo di una tempesta perfetta che dall’inizio del 2021 ha visto incrementare esponenzialmente i prezzi dell’energia elettrica, fino agli aumenti pazzeschi che vediamo oggi” il commento del district manager di Enegan, Massimo Pieri, “Un abbassamento delle accise e dell’Iva sarebbe importante per garantire un risparmio a famiglie e imprese, e sarebbe auspicabile che anche le attività commerciali possano beneficiare delle agevolazioni sull’Iva già previste per alcune attività industriali”.