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Cascina: sabato scorso le celebrazioni per i 100 anni dall’uccisione di Comasco Comaschi

Cento anni fa, il 19 marzo 1922, Comasco Comaschi venne ucciso in un agguato da una squadraccia fascista al ritorno da una riunione politica. Artigiano del legno, anarchico e tra i più importanti promotori della Pubblica Assistenza, la figura di Comasco Comaschi è stata ricordata con la deposizione di una corona al monumento eretto in suo onore. Inaugurata anche una targa e una mostra fotografica nella sede della Pubblica Assistenza, mentre nel pomeriggio si è tenuto un convegno dal titolo “1922-2022 Comasco Comaschi – Anarchico assassinato dai fascisti”. Alla cerimonia del mattino sono intervenuti autorità civili e militari, i familiari di Comaschi, associazioni di volontariato e una classe del liceo artistico di Cascina. Presente anche l’assessora regionale alla memoria Alessandra Nardini. “Voglio ringraziare l’amministrazione comunale di Cascina e le associazioni che hanno dato vita a questa doverosa celebrazione della figura di Comasco Comaschi nel centenario dell’assassinio per mano fascista – ha detto l’assessora Nardini –. Se la Toscana oggi è una terra con una cultura democratica profonda e diffusa, lo deve a figure come lui. Comaschi è stato un protagonista della vita e della crescita di questa comunità. Ma il suo impegno, il suo coraggio, il suo sacrificio rappresentano molto di più. La vicenda di Comasco è una delle più emblematiche del contributo che il movimento dei lavoratori nella nostra regione ha dato all’allargamento delle basi della democrazia e all’affermazione dei diritti nel nostro paese. A 100 anni dal suo assassinio e dall’avvento di una dittatura che lasciò solo macerie, la sua scelta fiera, pagata con la vita, di opporsi al fascismo dice a tutti noi che l’impegno contro ogni forma di autoritarismo non va mai dismesso”.

Per l’amministrazione comunale ha preso la parola il sindaco Michelangelo Betti. “Il 19 marzo 1922 rappresenta una data centrale per il ’900 cascinese. L’assassinio di Comasco Comaschi – ha sottolineato il sindaco – precede di alcuni mesi la Marcia su Roma e l’avvento del fascismo, definendo il clima nel Paese nel 1922. Con le squadracce che imperversano ovunque. A distanza di un secolo, l’anniversario dell’uccisione di Comaschi ci dà l’occasione per un approfondimento di carattere storico e anche di un parallelo sul quadro internazionale che oggi abbiamo di fronte. A 100 anni dalla morte di Comasco, ritornano elementi di preoccupazione e guardare al nostro passato può essere utile per le scelte che guardano al futuro”. L’uccisione di Comasco Comaschi segnò profondamente tutta la comunità cascinese, che il giorno dei funerali dette vita a uno sciopero spontaneo per manifestare la rabbia e il dolore della cittadinanza. Tutta la città fu parata di rosso e nero, una folla enorme e piangente partecipò al corteo funebre: fu l’ultima manifestazione libera prima dell’avvento del fascismo.