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Spinelli a Rapporto povertà Caritas: “Uscire dalla pandemia irrobustendo il nostro welfare”

“L’esperienza della pandemia deve aiutarci a costruire un sistema di welfare sempre più in grado di intervenire anche al di fuori del contesto emergenziale, in grado di prendersi stabilmente cura delle persone, soprattutto di quelle più fragili: anziani, persone con disabilità, giovani, donne”. Lo ha detto l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli intervenendo alla presentazione del rapporto  della Caritas Toscana sulle povertà.
Per l’assessora le condizioni di povertà “vanno contrastate anche costruendo nuove basi per la prevenzione e l’emersione dalla povertà. Solo così potremo uscire davvero e in modo migliore da questa durissima fase”.

L’assessora ha aperto il suo intervento ringraziando Caritas innanzitutto per la sua ‘straordinaria opera di prossimità’ oltrechè per questo attento lavoro di analisi.
“I dati  di Caritas, cosiccome quelli del report regionale presentato solo pochi giorni fa – ha proseguito – ci mostrano come la pandemia si sia accanita soprattutto sulle fasce più fragili. Non ha quindi modificato il sistema sociale, ma ne ha evidenziato le criticità, sommando bisogni pregressi a nuovi bisogni legati alla povertà, con quasi un 50% in più di famiglie che hanno chiesto aiuto alla Caritas.
E’ vero che gli strumenti messi in atto dalle istituzioni a tutti i livelli, comunitario, nazionale e regionale, sono riusciti ad evitare conseguenze ben più pesanti, ma non sono certo riusciti a evitare complessivamente che tante famiglie si impoverissero ulteriormente, che tante persone con forme di lavoro non stabilizzato, soprattutto giovani, donne e immigrati, lo perdessero e che avanzassero anche povertà e disuguaglianze non legate solo al reddito: il rapporto Caritas, per esempio analizza, giustamente, la povertà educativa, in virtù della quale si sono create pericolose disuguaglianze nell’accesso al sapere”. 

“Da queste analisi – ha concluso la Spinelli – emerge chiaramente come il sistema del welfare sia attualmente troppo fragile sotto il profilo dei diritti e debba quindi irrobustirsi nella sua struttura, anche in senso comunitario e attivando tutte le energie che ne fanno parte, diventare uno strumento di presa in cura complessiva dei bisogni delle persone, di tutela della dignità e della qualità della vita a tutto tondo. 
Per farlo occorre lavorare in rete, mettere insieme tutte le forze. In Toscana questo accade da tempo con tante realtà come la Caritas. Per uscire davvero dalla pandemia, ripartendo dalla lotta alle disuguaglianze e con nuove base di coesione e inclusione sociale è necessario farlo ancora di più”.