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Tabaccai contro l’obbligo di Green pass: Confesercenti chiede la modifica del provvedimento

“Stiamo lavorando con la nostra dirigenza nazionale affinchè sia corretto l’ultimo decreto a firma del presidente Draghi che impone dal 1° febbraio l’obbligo di green pass base per chiunque voglia accedere ad una tabaccheria di presentare il green pass. Un obbligo folle nei confronti di attività che vendono sicuramente servizi essenziali”.

E’ la presidente di Assotabaccai Confesercenti Toscana Nord Albera Carmone ad interpretare le perplessità di una categoria che si è vista inserire rispetto al lockdown dell’anno scorso tra quelle non essenziali. “Un provvedimento che ci lascia senza parole e per il quale non troviamo giustificazione nella difesa della salute pubblica come interesse primario – dice ancora Alberta Carmone -. Durante il periodo di lockdown vissuto nel 2020 noi erogavamo dei servizi essenziali che dovevano essere garantiti alla cittadinanza (vendita di valori bollati, pagamenti di bollette e vendita di tabacchi, dato che i giochi erano bloccati), mettendo a rischio la nostra incolumità e quella dei nostri familiari, viste le difficoltà a reperire i plexiglass da posizionare sui banconi; oggi i nostri servizi non sono più essenziali. Cosa devo dire a chi senza green pass – insiste la presidente Assotabaccai Confesercenti Toscana Nord – deve comprare una marca da bollo per un funerale o un permesso di soggiorno? Non potete entrare: voi non avete diritto ad acquistare valori bollati, oppure andate a prenderli in farmacia, parafarmacia o al supermercato. Non tocca a me decidere se sia giusto o sbagliato, ma se una persona non vaccinata ha bisogno di una marca da bollo, un contributo unificato o un contrassegno amministravo per il passaporto, deve poterlo comprare ed io devo poterlo vendere perché ho una licenza che mi abilita a svolgere questa attività e non ce l’hanno i negozi esenti. Ovviamente non entro neanche nel merito di ciò che potrebbe succedere ad un malcapitato, che nel periodo di autosorveglianza, con tampone prenotato e quindi green pass sospeso, dovesse pagare una rata in scadenza di un bollettino dell’agenzia delle entrate, una bolletta della luce, del gas, dell’acqua, ecc. Il nostro è un servizio anche per quelle persone, e sono davvero tante, che non usano il web per pagare bollette o bollo auto, ma si recano ancora al tabaccaio o alle Poste, Poste che comunque sono interdette come noi”.

Confesercenti Toscana Nord che sempre con i propri vertici nazionali sta provando ad allargare l’elenco delle attività esenti. “Oltre alle tabaccherie pensiamo ai negozi di abbigliamento e calzature, librerie, – spiega il responsabile area pisana Simone Romoli – all’interno delle quali la permanenza non si prolunga per periodi di tempo eccessivi e dove la mascherina non viene mai abbassata. A questo si aggiungono igienizzazione delle mani, distanziamento e contingentamento delle entrate. Misure che garantiscono la sicurezza delle persone, per cui l’obbligo del green pass appare francamente eccessivo. Il caso del settore moda (ma anche articoli da regalo) è emblematico. In larga maggioranza piccoli esercizi commerciali dove non c’è certamente assembramento e che rischiano di veder nuovamente perdere una buona fetta di clientela faticosamente riconquistata dopo il lockdown, a vantaggio di grande distribuzione e vendite on line”.