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Sulla mobilità in città sembra che il dibattito riparta sempre da zero, sempre dando per scontati gli attuali volumi di traffico veicolare privato e mai pensando a scelte che privilegino una diversa mobilità e la sostenibità, sempre sbandierata per operazioni di greenwashing. Ora si sostiene che il traffico veicolare privato non può essere limitato sui Lungarni perché essi sarebbero usati come assi di attraversamento della città. Per farlo occorrerebbe aspettare la tangenziale a nord della città.
Ovviamente non si portano dati a sostegno di questa tesi. Quante sono le auto che giornalmente attraversano i lungarni per attraversare la città? Nessuno lo dice e forse nessuno lo sa. Non molte a nostro avviso. Ma anche se fossero un numero significativo sarebbe razionale che per attraversare la città si passi dal centro del centro della città, dai Lungarni?
Molte città, alle prese con un problema simile, hanno studiato soluzioni diametralmente opposte, andando alla rottura degli assi di attraversamento interni alla città, cosa che gli ambientalisti pisani propongono fin dal Referendum del 1988.
Si dice che non ci sono alternative. Ma è vero? Il traffico di attraversamento di lunga percorrenza e quello di chi deve attraversare la città da un capo all’altro da est a ovest può utilizzare la superstrada FI-PI-LI e da nord a sud l’Aurelia e, meglio, l’autostrada A12. Occorrono provvedimenti che, appunto, rompano gli assi di attraversamento interni alla città e incentivino l’uso della A12 come tangenziale urbana rendendo gratuito il tratto da Migliarino a Livorno. Ci sarebbe un costo, ma sempre inferiore a quello di una nuova tangenziale a nord. Non solo in termini ambientali. Occorre predisporre una serie di misure che prevedano l’inserimento dei Lungarni in ZTL.
In prospettiva i Lungarni, l’area cittadina origine/destinazione della maggior numero degli spostamenti, devono essere percorsi dalla linea tranviaria che dalla Stazione va al quartiere ed all’ospedale di Cisanello e da una seconda per la piazza del Duomo. L’obiettivo è quello di ridurre drasticamente il numero di auto circolanti in città e per farlo occorre anche ridurre lo spazio fisico ad esse dedicato, dandolo ai modi sostenibili di mobilità, quella pedonale, quella ciclabile, quella collettiva elettrica in sede propria. Altrimenti non si parli di mobilità sostenibile.