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“Purtroppo la coda del 2021 è uguale a quella dell’anno scorso: a pagare il prezzo dell’aumento dei contagi sono ancora imprese e attività commerciali. Ma stavolta, senza urgenti misure economiche compensative, molti imprenditori non riusciranno a rialzarsi”. C’è amarezza e preoccupazione nelle parole del presidente e del direttore di Confcommercio Provincia di Pisa, Stefano Maestri Accesi e Federico Pieragnoli, dopo la pubblicazione del Decreto Festività. “Suona quasi come una beffa l’introduzione di nuove misure restrittive in questo periodo, considerando che in quasi due anni di pandemia chi fa impresa ha davvero poco da festeggiare, e ancora una volta si ritrova a passare le feste con l’attività compromessa o completamente bloccata. Ci lascia sgomenti il perdurare di una gestione che resta emergenziale nonostante i mesi di convivenza con la pandemia. Anche stavolta il Governo ha messo in campo misure per contenere i contagi senza pensare a sostenere le aziende già massacrate da mesi di pandemia, come le discoteche, costrette alla chiusura fino al 31 gennaio, il mondo della ristorazione, dei viaggi, del turismo e del comparto commerciale”.
I vertici di Confcommercio Pisa chiedono l’attuazione di misure indispensabili. “Tagliare le voci di costo, prevedere nuovi ristori e una moratoria fiscale, prorogare la cassa integrazione e posticipare le scadenze di mutui, bollette e pagamenti vari almeno fino alla fine dello stato di emergenza. Questi sono gli interventi decisivi per salvare imprese e occupazione, affiancati da micro-misure come il credito d’imposta per le rimanenze di magazzino, che può dare un po’ di respiro alle aziende del comparto moda”.
Maestri Accesi e Pieragnoli rivolgono un appello anche ai sindaci e assessori dei comuni pisani. “In molte occasioni i nostri amministratori si sono dimostrati sensibili e attenti alle richieste delle imprese nei momenti più duri. Davanti a questo scenario servirà ancora tutto il loro sostegno. Non possono essere soltanto gli imprenditori a subire gli effetti della pandemia. Ci sono interi settori, come la filiera turistica, che possono trainare la ripartenza del nostro territorio, ma che rischiano invece il collasso se non saranno sostenuti da interventi economici e agevolazioni”.