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Identificare dei biomarcatori circolanti nel sangue dei pazienti affetti da glioblastoma, il più diffuso tumore maligno primitivo del sistema nervoso centrale, per sviluppare nuovi approcci terapeutici contro questa malattia. Nell’ambito di questo progetto di ricerca cofinanziato da AIRC e dalle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA), programma UE di sostegno a dottorati e formazione post-doc nel quadro di Horizon Europe, il dottor Francesco Pasqualetti (foto), medico specialista dell’Unità operativa di Radioterapia dell’Aoup diretta dalla professoressa Fabiola Paiar, si trova dal gennaio scorso al Dipartimento di Oncologia dell’Università di Oxford con il gruppo di ricerca della professoressa Francesca Buffa.
Il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Oxford rappresenta uno dei centri più importanti al mondo per lo studio dei meccanismi di radio e chemioresistenza nei pazienti affetti da tumori solidi e la collaborazione con questo istituto proseguirà anche dopo la fellowship. Al progetto collaborano alcuni fra i più importanti centri di ricerca italiani attivi nella cura dei tumori cerebrali. Verranno sviluppati approcci farmacologici innovativi attraverso il ricorso ad analisi computazionali sviluppate per personalizzare e ampliare l’armamentario terapeutico nei pazienti affetti da glioblastoma. I primi risultati, una volta pubblicati, serviranno a partecipare a bandi di ricerca nazionali e internazionali e poi, in prospettiva, potranno essere pianificati studi traslazionali per tutti i tumori solidi candidabili al trattamento radioterapico.
Grazie a questa fellowship, l’Aoup avrà un ruolo da protagonista in un network europeo che vede impegnati i principali centri di ricerca al mondo sulle ultime frontiere della lotta al glioblastoma.
Al progetto hanno contribuito anche la Fondazione Pisana per la Scienza che, mettendo a disposizione i suoi laboratori e le sue competenze, ha permesso di poter superare le restrizioni legate a Covid e Brexit e svolgere a Pisa alcuni esami di laboratorio programmati in Inghilterra, e la Fondazione Arpa tramite il Fondo Luca Gambicorti.