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L’attività sportiva parrocchiale mette in gioco molte facoltà della persona (intelligenza, volontà, socialità, corporeità, fantasia, moralità). L’oratorio luogo in cui gli educatori curano la crescita umana e cristiana dei ragazzi, nelle sue varie epoche non ha mai tralasciato di inserire lo sport nel suo progetto educativo.
Ma come offrire gli strumenti adeguati anche da un punto di vista strutturale per fare in modo che lo sport in parrocchia si svolga anche in ambienti dove gli impianti sportivi siano ancora più strutturalmente adeguati all’attività sportiva ?
Questa tematica sarà affrontata dal Centro Sportivo Italiano Toscana nel convegno regionale dal titolo “Costruiamo insieme, un patto per nuovi impianti sportivi nelle parrocchie” a cui sono stati invitati gli enti religiosi e le parrocchie, giovedì 18 novembre ore 11 presso il centro nuovi orizzonti “Convento Francescano” a San Miniato in piazza san Francesco, 1. Verrà presentato l’accordo di collaborazione con Sofisport firmato dal Presidente regionale Carlo Faraci del CSI Toscana con l’A.D. di Sofisport Srl Roberto Nusca, per costruire insieme alle Parrocchie un servizio di impiantistica sportiva e mettere a disposizione delle stesse la possibilità di realizzare l’ampliamento e miglioramento di questa attività che garantisce lo svolgimento della reale funzione sociale dello sport. Interverranno mons. Andrea Migliavacca, vescovo delegato Cet per lo sport; Carlo Faraci, presidente Csi Toscana; Vincenzo Lamorte, responsabile rete commerciale Istituto del credito sportivo; Luca De Vito, Istituto del credito sportivo; Roberto Nusca, ceo Sofisport; Filippo Fanelli, architetto Sport Lab; mons. Gianni Ambrosio, amministratore apostolico della diocesi di Massa Carrara- Pontremoli e testimonial del progetto. A moderare l’incontro sarà Simone Pitossi, vice caposervizio di Toscana Oggi. Per coloro che non potranno partecipare al convegno è prevista una diretta streaming.
L’attività sportiva costituisce una “palestra di vita” in cui la pastorale giovanile delle parrocchie investe molte risorse personali, di tempo, ed economiche. Allo stesso tempo si interviene in maniera diretta sulle politiche di prevenzione del disagio giovanile, favorendo un sano e adeguato processo di crescita dei giovani, e soprattutto fornendo alle famiglie strumenti per rafforzare il dialogo e la partecipazione. L’impegno dei prossimi tre anni -spiega il presidente regionale Faraci- è quello di restituire lo sport e il gioco agli oratori delle nostre parrocchie. Un patrimonio immobiliare che ultimamente in diversi casi viene considerato un peso. I passi che si compiranno insieme su questa strada faranno bene tanto allo sport quanto all’oratorio. Il che significa, in definitiva, che faranno bene ai giovani e a chi li voglia educare. Il Centro Sportivo Italiano è alleato e compagno di squadra dell’Istituto per il Credito Sportivo (ICS), banca sociale per lo sviluppo sostenibile dello Sport e della Cultura, in quanto ha siglato la convenzione triennale nell’accordo firmato dal Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Andrea Abodi ed il presidente csi nazionale Vittorio Bosio. E’ il primo protocollo con un Ente di Promozione Sportiva, il Centro Sportivo Italiano (CSI). Un’azione concreta per quella che è considerata una componente fondamentale del mondo dello Sport, formata da decine di migliaia di realtà che garantiscono la diffusione dell’attività sportiva su tutto il territorio nazionale, all’interno di scuole e oratori, come momento di educazione, di crescita e di aggregazione sociale che rappresenta lo sport per tutti. Insomma, un’azione considerata la spina dorsale del sistema sportivo e del benessere della comunità, riconoscendo lo straordinario lavoro del CSI nei suoi 77 anni di vita dedicati al terzo settore sportivo, come ha evidenziato il presidente Abodi. Un patrimonio di esperienze e umanità che ha contribuito alla crescita di tantissimi giovani di varie generazioni: un impegno profondo e costante nel tempo dall’enorme impatto sociale. Sport e volontariato ci hanno regalato un modello su cui tornare a ragionare e agire, in una società che vuole uscire da una crisi economico-sociale lacerante, che sta perdendo quei punti di riferimento che ci obbligano a ridefinire nuovi modelli d’interlocuzione nell’educazione delle nuove generazioni. Il modello CSI, quindi, come quello di tutti gli altri Enti di Promozione, non è solo un dovere, ma un investimento sulle future generazioni e sul benessere dell’intero Paese.