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La poesia che scuote, che fa fremere. È quella di Pablo Neruda, protagonista di un appuntamento speciale a San Miniato. Nello storico borgo che domina la valle dell’Arno nel Pisano, Roberto Ippolito presenta il libro “Delitto Neruda”, pubblicato da Chiarelettere, sabato 27 novembre 2021 alle 11.30 nell’ambito degli eventi culturali della 50ma Mostra mercato nazionale del tartufo bianco. Con lui dialoga la giornalista Francesca Pinochi. Collabora la libreria Rinascita di Empoli.
Nell’Officina del tartufo allestita in Piazza Duomo tra architetture gotiche e rinascimentali, vengono illustrati i risultati della vasta inchiesta internazionale condotta che smentisce la versione ufficiale della fine di Neruda, avvenuta soltanto dodici giorni dopo il golpe in Cile di Augusto Pinochet nel 1973, attribuita al cancro alla prostata. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso.
San Miniato, città d’arte cara in particolare al poeta Mario Luzi, si anima dunque con i versi immortali di Neruda rievocati in coincidenza con la ricorrenza dei 50 anni della consegna del Nobel il 10 dicembre 1971 a Stoccolma. Roberto Ippolito racconta le vicende di Neruda, ma anche gli oltraggi compiuti nei confronti delle sue opere gettate nei falò per strada e incendiate appena insediata la dittatura. Si apre una pagina di storia.
Il libro di Ippolito, al centro della conversazione con Francesca Pinochi, sta ricevendo una forte attenzione a livello internazionale. Rodolfo Reyes, nipote di Neruda e rappresentante legale dei familiari, lo ha definito “un anticipo della verità giudiziaria che in Cile si è voluto nascondere per diversi motivi e interessi”. La Fundación Internacional Baltasar Garzón in una nota diffusa a Madrid ha raccomandato la lettura di “Delitto Neruda”, ritenendolo “un contributo importante alla ricerca della verità”.
Sulla copertina si legge: “Il poeta premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet”. L’instaurazione della dittatura militare che depone l’amico Salvador Allende è la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, mentre i suoi libri venivano bruciati. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è considerata sovversiva. Quando subisce una perquisizione a Isla Negra tre giorni dopo il colpo di stato, Neruda dice a un ufficiale: “Cerchi pure, capitano! Qui c’è una sola cosa pericolosa per voi!”. “Cosa?”. “La poesia!”.
Pablo Neruda, poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clinica Santa María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico, dove il poeta sarebbe stato una spina nel fianco del regime grazie anche alla sua popolarità senza confini.
Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, l’autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e on-line, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia.
Il libro che viene presentato a San Miniato è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di Federico García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.