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Si chiama ufficialmente piazza Vittime di femminicidio il piccolo parcheggio adiacente il campo sportivo in via Fornace vecchia a San Miniato, l’area di sosta dove, nel 2018, venne trovato il corpo di Elisa Amato, la giovane pratese uccisa per mano dell’ex fidanzato che poi si tolse la vita. Inaugurata ieri mattina (25 novembre), in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con una cerimonia commossa e molto sentita, organizzata dal Comune di San Miniato in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità di San Miniato. Hanno partecipato oltre al sindaco Simone Giglioli e all’assessora per le pari opportunità Elisa Montanelli anche la sorella di Elisa, Elena Amato, insieme ai genitori, l’assessora regionale per le pari opportunità Alessandra Nardini, il sindaco di Prato Matteo Biffoni, l’assessora alle pari opportunità del Comune di Prato Ilaria Santi, la presidente della Commissione per le pari opportunità di San Miniato Elise Bianchi, la presidente del Cav Frida di San Miniato Elisa Forfori e la presidente del Cav di Prato Francesca Ranaldi. Erano presenti anche il tenente colonnello del comando dei carabinieri di San Miniato Gennaro Riccardi, il luogotenente Giovanni Alfieri, il colonnello del comando dei carabinieri di Prato Francesco Zamponi, la tenente della Guardia di Finanza di San Miniato Rosangela Di Lecce e la classe 3BA dell’indirizzo amministrazione e marketing dell‘IT “Cattaneo”.
Dopo la scopertura del cartello della piazza e l’inaugurazione della panchina rossa su cui è stata installata una targa con la dedica a Elisa Amato e la frase “In memoria di tutte le donne morte per mano violenta di chi diceva di amarle. Perché le loro storie non affondino nel silenzio”, ed è stato riportato il numero anti violenza e stalking 1522, la cerimonia si è spostata nei locali del Conservatorio Santa Chiara, a causa del maltempo.“Quanto accaduto ha scosso l’opinione pubblica a livello nazionale e sconvolto la comunità sanminiatese; ancora oggi lascia una ferita aperta che non potrà mai rimarginarsi – hanno dichiarato il sindaco Giglioli e l’assessora Montanelli -. Quando un fatto così grave accade vicino a noi, ci troviamo a guardare in faccia una realtà che, purtroppo, esiste e troppo spesso ci passa davanti senza che noi ci soffermiamo ad osservarla e ad interrogarci. Quella terribile notte ha acceso i riflettori e ci ha costretti a mettere a fuoco ciò che fino ad allora consideravamo fatti di cronaca, lontani e impossibili da accadere intorno a noi. E invece è successo anche qui. In una Regione accogliente come la Toscana, in una piccola comunità dove si conoscono tutti, mettendoci di fronte ad una crudele realtà: la violenza è qualcosa di subdolo, non sempre facile da riconoscere – proseguono -. L’amministrazione, insieme alla Commissione, ha espresso la volontà e fatto la scelta convinta di intitolare questo spazio, il parcheggio adiacente al campo sportivo di Gargozzi, alle vittime di femminicidio, per partire da un episodio tragico e costruire un percorso di consapevolezza, sapendo che i nomi di strade, piazze e luoghi pubblici contribuiscono a creare la cultura e l’identità di un territorio, oltre ad essere un modo per stringersi attorno alle vittime, onorandone il ricordo, e alle loro famiglie che hanno perso una persona amata per mano di chi non riconosce a ogni donna il diritto di poter scegliere il proprio futuro”.”Non nascondo una commozione profonda nel partecipare a questa intitolazione insieme alla mamma, al babbo e alla sorella di Elisa. Purtroppo sono moltissime le famiglie colpite da questo dramma, troppe, come troppe sono le vite di donne spezzate – ha dichiarato Alessandra Nardini, assessora alle pari opportunità della Regione Toscana -. È importante che stamani fossero tanti i soggetti presenti a questa iniziativa organizzata dal Comune e dalla Commissione Pari Opportunità di San Miniato. È un segnale importante, perché solo tutte e tutti insieme possiamo contrastare il drammatico fenomeno della violenza di genere, fermare questa strage, ed è fondamentale che siano stati i giovani, le studentesse e gli studenti dell’IT Cattaneo, a raccogliere la testimonianza della famiglia di Elisa, che ringrazio davvero di cuore per la presenza. Dalle scuole, dall’educazione al rispetto, alla parità, alla non violenza e alla non discriminazione passa il cambiamento culturale necessario per sconfiggere gli stereotipi di genere e la violenza contro le donne”.
“Voglio ringraziare la famiglia Amato per il grande coraggio che sta dimostrando e perché sono per noi un punto di riferimento – ha dichiarato il sindaco di Prato Matteo Biffoni -. Le istituzioni hanno il dovere di portare avanti un’educazione al rispetto: ognuno nasce come cittadino libero con una dignità che nessuno può ledere. Tutta la nostra comunità è rimasta gravemente scossa da quanto accaduto a Elisa, morta per mano di colui che diceva di amarla. Ringrazio il Comune di San Miniato e la Commissione per le pari opportunità che hanno voluto intitolare questa piazza alle vittime di femminicidio, tante donne, come Elisa, che oggi non ci sono più, e per aver installato una panchina rossa, un piccolo gesto che vuole essere un segnale forte necessario a mantenere sempre alta l’attenzione sul tema della violenza”. “Dalla notte del 26 maggio 2018 le nostre vite si sono fermate e tutto è cambiato per sempre – ha dichiarato Elena Amato -. Avevo un rapporto bellissimo con mia sorella e quella storia l’ho vissuta da vicino, giorno dopo giorno. La violenza non è solo qualcosa che lascia il segno, come un livido, c’è anche una violenza psicologica, invisibile agli occhi, ma altrettanto forte perché costruita con le parole. Le parole sono importanti ed era importante per me e per la mia famiglia esserci oggi, perché con le nostre parole volevamo portare una testimonianza”.