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Ne parleremo con: Andrea Vento, Gruppo Insegnanti Geografia Autorganizzati, Marìa Sandoval, Cileni in Toscana, Lorenzo Piccinini, Commissione Internazionale Rete dei Comunisti.
Introduce e coordina Fabrizia Casalini, Coordinamento Nazionale Potere al Popolo!
Qual è il “filo nero” che lega il colpo di Stato in Cile del 1973 con l’11 settembre ’21 che andremo a ricordare tra pochi giorni? L’interventismo statunitense nel mondo, attraverso le mille forme di violenza che conosciamo bene, anche nel nostro paese, oggetto di quella “strategia della tensione” che ha insanguinato le piazze e i treni d’Italia, attraverso “Stay Behind – Gladio” Un filo nero che ha visto sfilacciarsi la trama, a causa di una perdita di egemonia del gigante nord americano, di cui l’amministrazione Biden tira oggi le somme.
Per assistere alla sconfitta della dittatura di Pinochet in Cile dovemmo attendere 15 anni, grazie al referendum del 1988 che estromise Pinochet dal potere. Anni di stadi di calcio trasformati in prigioni a cielo aperto, di repressione, torture e morte, nel silenzio complice dei paesi alleati del gigante del Nord.
Dopo 20 anni assistiamo oggi a questa nuova clamorosa sconfitta, con i soldati statunitensi che fuggono disordinatamente dall’Afghanistan, lasciandosi dietro un altro scenario dell’orrore, con oltre 240mila civili uccisi nella cosiddetta “guerra al terrorismo” lanciata dopo l’attentato del 2001 contro le torri gemelle, guerra che non ha sortito alcun effetto ma anzi ha prodotto oggi un’aurea di legittimità al fondamentalismo talebano. Una sconfitta costata centinaia di miliardi di euro e migliaia di morti anche tra le fila degli eserciti occupanti, tra cui 53 italiani.
Nessuno degli obiettivi prefissati dalla “grande coalizione” è stato raggiunto in Afghanistan, a partire da quella emancipazione creatrice di democrazia che nessun abitante afgano ha visto mai, se non una ristretta cerchia di collaborazionisti portati in salvo in diretta mondiale.
Con la fuga dall’Afghanistan si chiude l’epoca dell’egemonismo a stelle e strisce e se ne apre un’altra, sotto il segno di una instabilità internazionale ancora lontana da trovare nuovi equilibri.
Di tutto questo parleremo sabato 11 settembre a Pisa, cercando di tracciare un percorso di riflessione utile all’intervento politico, qui ed ora, finalizzato alla costruzione di una ipotesi di alternativa concreta alla barbarie del capitalismo, alternativa che noi chiamiamo Socialismo del ventunesimo secolo.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
L’iniziativa si terrà nel rispetto delle normative anticovid In caso di maltempo l’iniziativa si svolgerà in Via Bovio 50, presso il Circolo agorà