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L’interpretazione del XXXIII Canto dell’Inferno ‘…disperato dolor che ‘l cor mi preme’ condotta da Renato Raimo. Il presidente Antonio Mazzeo: “Qui c’è l’idea e l’identità che voglio dare al Consiglio regionale come luogo capace di tenere insieme la storia e il futuro, la speranza, la ripartenza”. Il sindaco Michele Conti: “Pisa all’avanguardia con la sua Università e il suo costante impegno nella ricerca“.
La mirabile lettura di Maurizio Lombardi del XXXIII Canto dell’Inferno “…disperato dolor che ‘l cor mi preme”, ha rappresentato il culmine della settimana che Pisa ha dedicato al Sommo Poeta. Ieri, sabato 11 settembre, in piazza dei Cavalieri, tante cittadine e cittadini hanno ascoltato una delle vicende più tragiche della storia italiana, resa vera e propria leggenda dalla Divina Commedia, quella del Conte Ugolino della Gherardesca.
“Stasera – ha dichiarato il presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mazzeo – siamo in una delle piazze più famose al mondo, resa immortale da Dante che con i suoi versi racconta il rapporto contrastato che aveva con Pisa”. “Questa città – ha continuato – rappresenta l’idea che e l’identità che voglio dare del Consiglio regionale della Toscana: un luogo capace di tenere insieme la storia e il radicamento ai propri valori e alla propria cultura, come ci ha ricordato la bellissima lettura di Lombardi, e il futuro, la speranza, la ripartenza rappresentate dalle ali del Pegaso e confermate dall’avatar ‘Divina’ che abbiamo inaugurato poche ore fa”.
Per il sindaco Michele Conti, la lettura del Canto dell’Inferno “ci riporta alla storia della nostra città e dei nostri cittadini”. Allo stesso modo l’installazione dell’avatar che legge i volti e li traduce in terzine “dimostra quanto Pisa sia all’avanguardia con una Università costantemente proiettata verso il futuro e impegnata a fare tanta ricerca”.
L’emozione di Maurizio Lombardi è racchiusa in quel “Siamo maledettamente toscani” che ha dichiarato al termine della lettura. “Dante rasenta la cultura contemporanea, descrive quello che sente” ha continuato confermando il percorso tra tradizione e innovazione che il Consiglio regionale ha inteso dare alle celebrazioni per i settecento anni dalla sua morte.
Stessa emozione per Renato Raimo, conduttore della serata: “Questa Torre, cosiddetta della Fame, oggi ha brillato nel ricordo di un Poeta che passa dalla storia e si proietta direttamente nel futuro”.