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Potere al Popolo! si schiera al fianco degli operatori dello spettacolo che martedì 27 luglio si sono radunati in presidio davanti al Teatro Verdi di Pisa per una conferenza stampa indetta dal loro sindacato, l’USB.
Le vicende della cooperativa Ars Lyrica costituita per “esigenze di risparmio nel bilancio del teatro Verdi” ma, sin da subito, incapace di attestare la regolarità dei pagamenti alle casse di previdenza, sono la dimostrazione più evidente di come lo spettacolo sia costantemente sotto attacco per la continua mercificazione del settore culturale, a discapito sia delle lavoratrici e dei lavoratori del settore che dell’intera collettività. Proprio i lavoratori della citata cooperativa, a causa del mancato pagamento dei contributi non sono riusciti ad accedere neanche ai pur miseri bonus del governo! Troppo spesso dietro a proposte di stage, laboratori o alla creazione di cooperative ci sono i grandi enti pubblici e privati che non avrebbero certo difficoltà a pagare i lavoratori, ma che preferiscono portare avanti i loro progetti a costo zero, per poi magari sborsare cifre esorbitanti per il grande nome di turno, lasciando spesso il bilancio dei teatri in costante e forte perdita. E non ci stupisce il fatto che in questo momento di estrema difficoltà a causa della pandemia si vorrebbe far ripartire il settore senza che sia cambiato nulla: paghe orarie sempre più basse, allestimenti da realizzare “ad ogni costo” con tagli al personale. Ma non possiamo aspettarci altro da un Presidente del Consiglio come Draghi, espressione diretta di Banche e Confindustria e che sicuramente ha ben altri interessi rispetto a quelli dei lavoratori (sul palco o dietro le quinte).
Potere al Popolo chiede per il settore dello spettacolo
· Istituzione di un reddito di emergenza che assicuri una continuità di reddito per tutte le lavoratrici e i lavoratori fino alla totale e piena ripresa;
· Istituzione di un fondo specifico per la sopravvivenza e ripartenza delle piccole realtà associative, i piccoli teatri e le piccole realtà produttive;
· Riconoscimento pieno dei contributi figurativi per gli anni 2020 – 2021;
· Creazione di un nuovo modello di disoccupazione, di indennità e di reddito, che tuteli realmente le lavoratrici e i lavoratori e che sia specifico per un settore caratterizzato da una discontinuità retributiva; che abbia alla base un principio redistributivo e solidale tra chi guadagna di più e chi ha dei lunghi periodi di non lavoro.
· Rinnovamento dei criteri del FUS (Fondo Unico dello Spettacolo) in un’ottica di vera politica culturale, rifiutando la concezione aziendalistica del settore;
· Valorizzazione, creazione e finanziamento di presidi culturali di prossimità;
· Stabilizzazione delle precarie e dei precari degli enti pubblici (Fondazioni Lirico Sinfoniche, Musei ecc.);
· Investimento dell’1,5% del Pil nel settore culturale;
· Creazione codici delle qualifiche IVS ex Enpals specifici per tutte le lavoratrici e lavoratori del settore che non sono riconosciuti, dal punto di vista contributivo e contrattuale, come tali. Tale misura deve conteggiare anche i contributi versati in altra cassa per far sì che i beneficiari possano avvalersi delle nuove misure specifiche in favore delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo;
· Reinternalizzazione dei settori e/o dei comparti esternalizzati;
· Revisione e unificazione dei CCNL;
Misure che non devono ricadere sulla fiscalità generale ma possono essere finanziate, oltre che utilizzando il famoso “tesoretto” in avanzo nelle casse dell’ex Enpals, attraverso un differente tipo di tassazione progressiva e con l’introduzione di una patrimoniale a carico dei più ricchi, in modo da attuare una reale redistribuzione della ricchezza.