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Sfalci, tagli di alberature, cura delle opere idrauliche e di bonifica. È la manutenzione ordinaria, che abbraccia i grandi fiumi come i piccoli canali che compongono il reticolo idraulico del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno. Una serie di attività al centro della “Giornata delle manutenzioni” voluta da Regione Toscana e ANBI Toscana per fare il punto sullo stato dell’arte degli investimenti, e dei relativi risultati, sui corsi d’acqua toscani.
«A partire dal mese di maggio sono iniziati i lavori di manutenzione sui corsi d’acqua del comprensorio che proseguiranno per tutta l’estate fino ai mesi di ottobre/novembre per mettere in sicurezza il reticolo in vista della stagione delle piogge – spiega Maurizio Ventavoli presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno -. I lavori di manutenzione, che si divide in ordinaria e straordinaria, sono finanziati in parte con fondi del Consorzio e in parte con fondi della Regione Toscana per le seconde categorie: l’Arno, lo Scolmatore, una parte del fiume Era, il bacino di Roffia».
Per quanto riguarda il Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, con fondi derivanti dal tributo di bonifica 2020 (corrisposto da 236 mila consorziati) ha potuto stanziare circa 9,7 milioni di euro per finanziare manutenzioni sul reticolo di propria competenza. Un importo che sale a 11,5 milioni di euro se si considerano gli interventi di manutenzione ordinaria sulle opere di seconda categoria (ovvero lungo i fiumi arginati di grande interesse all’interno di una provincia) finanziati dalla Regione Toscana.
In totale sono 4.500 i chilometri di corsi d’acqua affidati alla cura quotidiana del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno che può contare sul lavoro di 95 persone tra tecnici, operai e personale amministrativo e su 50mezzi: dalle semplici utilitarie usate ad esempio per i sopralluoghi ai grandi escavatori utilizzati per gli interventi più importanti ma anche iniziative a supporto della tutela dell’ambiente.
Il Consorzio 4 Basso Valdarno in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell’Università di Pisa, ha infatti avviato un progetto di studio e posizionamento di barriere su alcuni corsi d’acqua al fine di intercettare e successivamente smaltire le plastiche flottanti. Anche per evitare l’ingresso dei rifiuti nelle aree a maggior valenza ambientale del comprensorio.