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Aperti per non chiudere più”. È lo slogan che scandisce la
campagna lanciata da Fipe-Confcommercio in concomitanza con il Primo Maggio, festa internazionale del lavoro. L’associazione di categoria, che rappresenta i pubblici esercizi italiani, intende così mobilitare anche l’opinione pubblica sulla necessità di una ripartenza totale e definitiva
dell’attività del settore e, più in generale, sulla necessità di una diversa gestione della pandemia, che non passi più dalle chiusure dei locali, ma che vada a colpire il pericolo dei contagi là dove realmente è. Nelle locandine, affisse in vetrina da migliaia di bar e ristoranti in tutta Italia, alcune
immagini provocatorie: l’interno di un locale con il servizio al tavolo e assembramenti in spazi pubblici. Poi, la domanda: “Dove ti senti più sicuro?”. Via libera anche alla campagna social, facebook e istagram su tutti, con titolari di bar, ristoranti, pasticcerie e pizzerie di tutta la provincia protagonisti della campagna promozionale finalizzata a scongiurare un nuovo lockdown dimostrando che non sono certo bar e ristoranti i luoghi
di maggior diffusione dei contagi.
“Basta coi distinguo tra fasce di colore o tra servizio all’esterno o all’interno: ormai queste regole nella lotta al Covid stanno sfiorando il ridicolo – spiega il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli: “Da mesi i locali di tutta Italia sono chiusi e il numero dei contagi è addirittura aumentato. . È evidente ormai a tutti, tranne che al Governo, che non è nei nostri locali che circola il virus. Si vada piuttosto a vedere cosa accade nelle case private, negli assembramenti spontanei delle piazze, o all’interno delle grandi aziende, dove quattro milioni di lavoratori ogni giorno condividono il momento della pausa non sempre rispettando le prescrizioni antiCovid”.
“Con le sue disposizioni, ormai da oltre un anno lo Stato italiano ha messo fuori legge i pubblici esercizi, che pure sono gli unici a poter garantire la somministrazione in piena sicurezza, con clienti controllati e controllabili e nel pieno rispetto dei protocolli vigenti. Ma chiudendo noi ha aperto la strada alla rete dell’illegalità fuori da ogni controllo. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti”.
“La categoria è vittima di un accanimento senza senso, che sta esasperando gli operatori– sottolinea Daniela Petraglia, presidente di ConfRistoranti Confcommercio: Prendiamo distanza dalle azioni di protesta violente e contro la legge che si sono succedute in queste settimane, ma non dalle ragioni che le hanno ispirate. Per questo motivo, tenendo fede al senso di responsabilità e al principio di muoverci sempre dentro la legalità, continuiamo ad aumentare la nostra attività sindacale nei confronti di tutti i decisori istituzionali, a livello territoriale come nazionale, affinché si facciano carico delle nostre richieste per una riapertura totale e definitiva dei pubblici esercizi, indipendentemente dalle fasce di colore. Puntando anche al superamento del concetto di “coprifuoco” o, in stretto subordine, almeno al suo prolungamento alla mezzanotte.
Siamo in buona compagnia nel chiederlo, visto che sia Anci che la Conferenza delle
Regioni e Province autonome si sono espresse favorevolmente in questa direzione”.