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Sono sempre più gravi e manifeste le criticità nelle modalità operative e gestionali di Pisamo. Da settimane denunciamo come le recenti cinque gare per la gestione di numerosi servizi di manutenzione stradale siano state svolte dalla società partecipata dal Comune al 98,5% in modalità cartacea e non in modalità telematica, come invece previsto dal Codice degli appalti fin dal 2018, e senza neanche aver determinato un congruo costo della manodopera.
A nostro giudizio siamo davanti ad evidenti irregolarità per le quali abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di procedere con le opportune verifiche. Ma ciò che lascia sconcertati è la risposta fornita dallo stesso Bottone anche a mezzo stampa: non si usa il sistema telematico “per il fatto che ha un costo di circa 15 mila euro e stante la necessità di contenimento dei costi, è necessaria una valutazione attenta delle modalità e dei tempi per concretizzarla”.
Queste sono affermazioni farneticanti: come se fosse discrezionale trovare le risorse per adeguarsi a sistemi di gara previsti dalla legge. Tanto più se si tratta di norme non introdotte ieri, ma ben tre anni fa!
È mai pensabile che in tre anni Bottone non sia stato in grado di trovare nel bilancio di Pisamo 15 mila euro per rispettare la legge? È possibile che il Comune non abbia mai fatto alcun controllo e non abbia imposto a Pisamo di stanziare le risorse per adeguarsi alla legge, facendo finta di nulla?
Come è possibile che una società su cui il Comune esercita un controllo analogo a quello che esercita sui propri uffici possa muoversi in questa maniera, unica fra tutte le società partecipate dal Comune di Pisa? La questione è ancora più grave se si pensa all’ammontare dei servizi e lavori che gestisce la società (dal bilancio 2019 di Pisamo si ricavano circa 11 milioni di euro di appalti ed un valore di produzione di 17 milioni di euro).
Troviamo molto grave anche il messaggio politico che Bottone prova così a far passare. Nessuna situazione di difficoltà economica di qualsiasi società può portare a derogare dall’obbligo di adeguarsi tempestivamente alle norme. In questo caso, poi, parliamo di cifre talmente ridicole rispetto al bilancio di milioni di euro della società, come attestano i valori di cui sopra, e che dimostrano invece come Bottone non possa continuare a ricoprire il ruolo ai vertici di Pisamo.
Ancora, questa manifesta incapacità è dimostrata dal fatto che, di fronte ad un altro obbligo stringente e previsto dalle norme, ovvero quello di determinare il costo della manodopera nei bandi di gara, Bottone taccia sulla nostra segnalazione sul mancato adempimento di Pisamo, sorvolando su una norma dettata proprio al fine di contrastare i fenomeni di lavoro irregolare, fenomeni che stanno emergendo anche nell’appalto AVR dove i lavoratori sono in stato di agitazione da mesi.
Ci chiediamo anche quale controllo stia svolgendo il Comune nei confronti di questa società, se tutto ciò sia permesso e se si accettino anche simili giustificazioni. Inoltre, attendiamo ancora risposte in merito alla questione del calcolo del costo della manodopera, vicenda su cui da mesi i lavoratori in appalto stanno protestando per il tipo di contratto che gli viene applicato.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile