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“Ancora una volta il Governo sembra non cambiare opinione su un concetto così fondamentale come quello dell’attività fisica. Palestre e centri sportivi al chiuso bloccati fino al 1° giugno. Sono queste le decisioni in materia da parte del Governo che dimostrano quanto la filosofia dei due pesi e due misure sia una costante di un momento così delicato come quello in corso (e non solo dal punto di vista sanitario)” dichiara Francesca Bufalini, Titolare del Twenty Fitness Club di Pisa.
“Per le attività di cui si è detto, come le palestre e i centri fitness che, per struttura, non dispongano di attività all’aperto (situazione questa che potrebbe permettere loro un’apertura a partire dal 15 maggio), l’apertura non è prevista se non dal 1° giugno. Un mese e mezzo di blocco che metterà ancor più in ginocchio un comparto già mortificato da più di sette mesi di chiusure, limitazione che va ad assommarsi alla chiusura forzata del settore stesso in vigore ormai dallo scorso 25 ottobre”.
“Un disastro economico – sottolinea Bufalini – che coinvolge 1 milione di addetti (molti dei quali ormai senza lavoro) e ben 20 milioni di frequentatori. Così come dichiarato alla Gazzetta dello Sport da Giampaolo Duregon, Presidente Anif (Associazione Nazionale Impianti Sportivi e Fitness), associazione che conta 100.000 centri sportivi “Siamo stati chiusi per mesi nella primavera 2020, siamo stati aperti al 50% con il contingentamento, nei cinque mesi che vanno da giugno a ottobre, siamo stati nuovamente chiusi da ottobre e oggi ci dicono che saremo fermi fino a fine maggio per un totale di sette mesi senza lavorare”. Uno sfogo che si traduce in un dato allarmante: una perdita economica di 12,5 miliardi di euro”.
“Eppure, non si capisce come mai, cinema e teatri abbiano ottenuto la libertà di riaprire (sempre nei limiti di un possibile cambiamento delle zone di sicurezza) a partire dal 26 aprile. E poi, non dimentichiamoci di quei 20 milioni di utenti che sono costretti a fare uso di stratagemmi per mantenere viva la propria attività fisica, stratagemmi spesso destinati a tradursi in una progressiva sedentarietà. Eppure, lo si sa: l’attività fisica favorisce la risposta immunitaria, davvero molto preziosa, soprattutto se condotta dalle fasce di età più a rischio Covid-19”.
Non si tratta di voci, ma di prove scientifiche, come quelle condotte dal reparto di geriatria del day-hospital post Covid della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. Un rapporto chiaro, che parla degli indubbi vantaggi dell’attività fisica, soprattutto in quei pazienti anziani che siano stati soggetti all’attacco del Coronavirus e che, per una percentuale superiore al 70%, mostrano come la reazione immunologica all’aggressione virale sia estremamente più efficace in caso di costanti pratiche sportive. Bisognerà aspettare, dunque, ma le ripercussioni saranno ancora più gravi, e non solo per chi gestisca attività spesso sicure e facilmente sanificabili. Soprattutto per quei milioni di cittadini costretti, loro malgrado, a un’inattività che si ripercuoterà in modo ancor più devastante sulle strutture sanitarie del nostro Paese” conclude.