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Velocizzare la linea ferroviaria Pisa-Firenze è possibile già ora e con un investimento minimo. Per ridurre a circa 35-38 minuti, rispetto agli attuali 52 minuti (per il treno più veloce!), il tempo di percorrenza tra la dorsale appenninica e la costa basterebbe un intervento sul materiale rotabile e sulla tecnologia, cioè su blocco e segnalamento. L’Unione Industriale Pisana, grazie agli studi eseguiti dai propri ingegneri, propone una soluzione ponte e immediata alla questione, attualissima nel dibattito di questi giorni, sulla necessità di un collegamento veloce Pisa–Firenze, rilanciato dalle recenti dichiarazioni di Enrico Letta cui molte voci, e trasversali, si sono aggregate, e dal patto siglato ieri tra i sindaci di Pisa, Firenze, Lucca e Livorno.
L’idea di chiudere finalmente l’annosa pagina di una Toscana a due velocità è apprezzata dagli imprenditori di UIP, che, alla luce di una oggettiva analisi della situazione infrastrutturale della regione e in particolare della zona costiera, chiedono ai politici locali, regionali e nazionali che rappresentano questo territorio, di investire realmente nel potenziamento delle infrastrutture di Pisa.
Sulla questione l’Unione Industriale Pisana è da tempo impegnata in modo concreto e porta costantemente il problema all’attenzione dei politici. Nello specifico, in relazione al miglioramento del collegamento Pisa-Firenze, si segnalano i tre studi commissionati da Uip negli ultimi cinque anni, il primo dei quali del 2015 e aggiornato nel 2017, l’ultimo, invece, della fine del 2020 ed eseguito dagli ingegneri della struttura UIP.
Dotare il territorio pisano di infrastrutture adeguate è una necessità per la quale servono adesso azioni concrete per favorire lo sviluppo e la competitività non della sola provincia di Pisa ma del più vasto territorio, inclusa la costa tirrenica, di cui Pisa appunto è baricentro. Attualmente dalla Linea Pisa-Firenze è stato soppresso il treno diretto e senza fermate intermedie, con la conseguente perdita di minuti preziosi per il collegamento della tratta.
Ecco, quindi, la necessità di soluzioni immediate, come quella proposta da UIP: con un investimento minimo, su materiale rotabile e sulla tecnologia (blocco, segnalamento) si può ridurre la distanza tra la dorsale appenninica e la costa a circa 35’-38’. Una soluzione che dovrebbe naturalmente andare in parallelo con un piano di investimenti più importanti finalizzati a: quadruplicare l’attuale linea Pisa-Firenze nelle tratte in cui è possibile, per soddisfare il fabbisogno dei pendolari e per realizzare un collegamento veloce tra i due capoluoghi; realizzare una linea metropolitana di superficie tra Pisa, Lucca e Livorno; investire sulla linea tirrenica per incrementarne i dati prestazionali, in modo da ottenere almeno velocità di esercizio di 200 KM/h per tutta (o quasi) la sua estensione.
Perché potenziare e investire su Pisa? Perché, a dimostrazione della vivacità economica, dell’importanza culturale e dell’interesse turistico del sito, la stazione di Pisa Centrale è forte anche di una posizione cruciale per i collegamenti ferroviari tra la linea costiera e le località all’interno della Regione Toscana (in primo luogo Firenze, ma anche Lucca ed altre ancora). Quella di Pisa, tra l’altro, risulta già essere una delle 18 più importanti stazioni italiane per volume di traffico nell’intera rete nazionale. Negli ultimi anni, tuttavia, soprattutto dopo l’avvento dell’alta velocità, Pisa non ha goduto degli investimenti infrastrutturali che sono stati invece realizzati in altre stazioni anche meno strategiche.
Anzi, Pisa ha subìto una diminuzione degli investimenti e una serie di penalizzazioni. Per un lungo periodo, la Stazione di Pisa ha vissuto il mancato aggiornamento della tecnologia impiegata per il sistema di comando e controllo (dovuto ai propositi di smantellamento e trasferimento dello stesso in altra sede, che adesso sembrano finalmente accantonati) e ha visto ridursi le tratte di pertinenza. Tutte queste scelte sono state dettate evidentemente da decisioni politiche a livello nazionale e regionale che hanno costretto Pisa a un immobilismo preoccupante. Gli effetti di quelle scelte, avvenute nel recente passato, si trasferiscono nell’oggi, caratterizzato da una linea ferroviaria Pisa-Firenze non adeguata ai flussi e ai tempi di percorrenza richiesti dalle attuali esigenze commerciali; una linea tirrenica, cioè la “nostra” linea fondamentale per i collegamenti Nord Sud, esclusa dall’Alta velocità e non percorsa dai Freccia Rossa; l’autostrada A12 interrotta nel mezzo della campagna Toscana.
Gli imprenditori dell’Unione Industriale Pisana ritengono quindi che sia il momento che la politica prenda decisioni importanti per il futuro di Pisa e di questa parte della Toscana, favorendo i collegamenti che sono motore di sviluppo per generare tutte quelle attività indotte che potranno favorire la ripresa post pandemia.