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Il Made in Pisa agroalimentare soffre sui mercati stranieri. – 13% rispetto ad un anno prima quando le esportazioni avevano raggiunto il traguardo di 134 milioni di euro. Miglior risultato di sempre.
Il travagliato 2020 si chiuderà con 116 milioni di olio, vino ed altri prodotti agricoli venduti oltre confine rallentando un percorso di crescita che fin qui era stata molto promettente. A conti fatti mancheranno, rispetto ad un anno prima, circa 13 milioni di euro di fatturato. Ma ci sono già anche i primi segnali di ripresa. A dirlo è Coldiretti Pisa sulla base dei dati Istat relativi alle esportazioni nel 2020 (ancora provvisori). “Il dato che emerge – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Pisa nonché Presidente Coldiretti Toscana – è di rallentamento nei primi nove mesi del 2020 dove abbiamo registrato una perdita media di fatturato intorno al 15% per ridursi nel quarto trimestre al 4% segnale che, sul finire dell’anno, era già in corso un rimbalzo positivo. Il Made in Pisa all’estero ha retto bene l’urto della pandemia. Il comparto nel complesso ha tenuto, dimostrato resilienza di fronte alla crisi e di immediato riscatto”.
A catalizzare i flussi verso l’estero sono il mercato europeo post Brexit (UE27 paese) che da solo vale poco più 50% del commercio estero con 63 milioni di euro ed in particolare quello tedesco con 14,5 milioni di euro. In leggera flessione l’export verso il Regno Unito che lascia sul terreno 1 milione di euro passando da 4 a 3 milioni. In calo quello verso l’Asia (-17%) con poco meno di 20 milioni di euro di valore di prodotti esportati mentre resta stabile quello cinese con poco meno di 7 milioni di euro. La sorpresa è rappresentata dal commercio di prodotti agricoli verso gli Emirati Arabi che, se pur in proporzioni, è più che raddoppiato passando da 1 a 2,7 milioni di euro.
Con 51 prodotti agroalimentari tradizionali censiti e 1 Dop, quella del pecorino delle Balze Volterrane, a fianco di una straordinaria produzione vitivinicola di grande qualità, il Made in Pisa contribuisce alla crescita costante del Made in Tuscany nel mondo. “I mercati stranieri hanno sviluppato una sempre maggiore cultura della qualità andando alla ricerca di prodotti legati, non solo a marchi riconosciuti, ma in particolare ai piccoli territori, alla tradizione e alla cultura contadina di cui la nostra regione è straordinariamente ricca. – spiega ancora Filippi – A fianco dei grandi gruppi organizzati, che hanno quindi una naturale propensione alle esportazioni, è decisamente in crescita il numero di imprese che hanno iniziato ad affacciarsi su mercati diversi da quelli tradizionali a conferma che c’è consapevolezza più matura rispetto a qualche anno fa. Il nostro paese deve ripartire dal suo agroalimentare e da ciò che meglio sa fare: cibo di qualità con una identità precisa ed non replicabile”.
Per informazioni www.pisa.coldiretti.it oppure pagina ufficiale Facebook