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Già 19 segnalazioni al Codice Rosa dal Pronto Soccorso o forze dell’ordine nei primi due mesi dell’anno che, unite alle 63 del 2020, fanno salire a 82 il computo complessivo dei casi di violenza e maltrattamento segnalati attraverso questo canale nella sola Zona Pisana. E’ una vera e propria emergenza quella descritta anche dai numeri degli ultimi quindici mesi del Programma operativo di accoglienza e accompagnamento delle donne alla fuoriuscita dalla violenza, il mosaico d’interventi messo in campo dalla Società della Salute Pisana, coordinato da un’equipe multiprofessionale composta da un’assistente sociale dedicata, una psicologa del consultorio e una risorsa amministrativa e che si avvale di una pluralità di strumenti in tutte le fasi della presa in carico: dall’accoglienza in emergenza (gestita dall’associazione “Donne in Movimento”) al Telefono Donna a allo Sportello di Ascolto di accoglienza immediata (gestito dall’associazione “Casa della Donna” e dal Centro anti-violenza della Provincia di Pisa), passando per la casa rifugio (sempre gestita da “Casa della Donna”), l’appartamento per la convivenza guidata e, dal 2018, la casa di seconda accoglienza (entrambi gestiti dalla Cooperativa sociale Arnera) oltre ai percorsi di consapevolezza e cambiamento rivolti agli uomini maltrattanti indirizzati al servizio sociale dall’associazione “Nuovo Maschile”.
“I casi emersi attraverso il Codice Rosa sono la testimonianza concreta, purtroppo, di un’emergenza che è andata crescendo nei mesi della pandemia e a cui abbiamo fatto fronte con mettendo in campo tutti i nostri servizi – sottolinea la Presidente della SdS Pisana Gianna Gambaccini facendo il punto alla vigilia della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo-: abbiamo anche elaborato linee condivise con Azienda Ospedaliera e Ausl Toscana Nord Ovest che, nei prossimi mesi, confluiranno anche in un accordo formale”.
I contatti con il “Telefono Donna” (050.561628, attivo tutti i giorni h24) del Centro antiviolenza hanno registrato un’impennata soprattutto nel primo semestre del 2020 (+12,8% rispetto al 2019) con un picco tra giugno e luglio. “Ma ad un aumento delle chiamate non è corrisposto un aumento delle denunce o degli allontanamenti perché il lockdown ha dato ai maltrattanti due elementi fondamentali per loro – prosegue Gambaccini-: il maggiore isolamento cui sono state costrette le vittime di violenza e il maggior controllo esercitato nei loro confronti”.
Codice Rosa e Telefono Donna, però, sono solo due delle tessere dell’ampio mosaico interventi impegnato nel contrasto alla violenza sulle donne. Nel 2020 nella casa d’emergenza ad indirizzo segreto sono state accolte 21 donne, insieme a9 minori, mentre la “Casa Rifugio” cinque donne con altrettanti minori, l’appartamento dedicato alla convivenza guidata 3 donne e 4 minori e l’abitazione dedicata all’autonomia due donne con due minori. Una cinquantina, invece, gli uomini maltrattanti indirizzati dal servizio sociale verso l’associazione “Nuovo maschile”
Circa 50 uomini hanno contattato Nuovo Maschile per fare un percorso personale o di gruppo.
Le buone notizie arrivano dai percorsi di autonomia: due donne si sono quasi completamente sganciate dalla rete di aiuto, benché siano ancora seguite dai servizi, mentre sono 12 quelle che hanno potuto seguire percorsi di formazione professionalizzante, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia. Attivato anche un gruppo i lavoro ad hoc per individuare forme di sostegno all’autoimprenditorialità.