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Lotteria degli scontrini: Siamo alla delazione e all’autoritarismo 4.0

Segnala il politico che fa il contrario di quello che promette, l’ufficio pubblico che non adempie alle legittime richieste delle imprese, i ritardi nei pagamenti della P.A.. Una apposita sezione riservata del sito internet www.confcommerciopisa.it servirà a raccogliere informazioni e segnalazioni sulle enormi inefficienze e inadeguatezze della politica e delle pubbliche amministrazioni. “Dobbiamo pur reagire e rispondere alle continue vessazioni che ogni giorno la pubblica amministrazione rivolge a imprese e commercianti. E’ previsto nel Decreto Milleproroghe la possibilità di segnalare il negozio che rifiuta di acquisire il codice lotteria e questa è una vergogna assoluta, una caccia alle streghe tanto più inaccettabile quanto fuori contesto rispetto al momento che le imprese stanno vivendo” – ammette Federica Grassini, presidente di Confcommercio Provincia di Pisa.

Sul sito della Lotteria degli scontrini dal 2 marzo scorso è infatti possibile segnalare il commerciante che rifiuta di acquisire il codice lotteria e tali segnalazioni saranno utilizzate dall’Agenzia delle entrate e dal Corpo della guardia di finanza nell’ambito delle attività di analisi del rischio di evasione.

“La cosa davvero paradossale è che non c’è l’obbligo per i commercianti di aderire, eppure se non aderisci vieni segnalato come un possibile evasore, istituendo una connessione illogica che non esiste nei fatti. Infatti, anche coloro che non aderiscono emettono comunque lo scontrino e hanno il medesimo obbligo di trasmissione dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate” – aggiunge la presidente di Confcommercio che tira le conclusioni: “Possiamo affermare che siamo in presenza di una forma di autoritarismo 4.0, che mette a sistema la delazione e incentiva fenomeni di contrapposizione, iniquità e rabbia sociale, come se allo Stato e ai suoi innumerevoli e avidi tentacoli mancassero strumenti e informazioni per scoprire chi evade oppure no. C’è da restare senza parole, se pensiamo che 390 mila imprese del commercio hanno chiuso lo scorso anno e altre migliaia sono sommerse da così tanti debiti che trovano troppo costoso persino chiudere”.

“Solo per fare un esempio, ripreso dalla Cgia di Mestre, nell’anno drammatico che si è appena chiuso ben 10 ministeri su un totale di 12 hanno pagato le imprese in ritardo rispetto a quanto è previsto dalle direttive europee, confermando un trend che relega la nostra Pubblica Amministrazione tra le peggiori pagatrici d’Europa. Con un meccanismo classista che vede le pubbliche amministrazioni ritardare intenzionalmente il saldo delle fatture meno elevate, a tutto svantaggio delle piccole imprese e di piccolissimi imprenditori che rischiano di chiudere per troppi crediti non incassati” – conclude Grassini.