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Troviamo inaccettabile che l’amministrazione non abbia gestito questo processo e che faccia cadere nei vari quartieri le non scelte. Oggi la richiesta di innovazione digitale e tecnologica necessità sì di uno sviluppo ma anche di una vera e propria pianificazione senza far sì che tutto ricada sul privato. Le amministrazioni possono così iniziare un processo di studio e analisi sia ambientale che sociale, predisporre un regolamento e un piano antenne che recepisca le istanze dei cittadini. In questi anni invece il tema del 5g è stato sottovalutato e il Comune non ha nemmeno avviato una collaborazione, come fatto invece in altre città quali Prato, con Arpat, la Regione e le Università per analizzare le varie ricadute sul territorio. Per questo abbiamo subito chiesto che si calendarizzi in commissione una discussione su questo tema e rinnoviamo l’invito sia a coinvolgere la cittadinanza sia a dotarsi di un regolamento e di un piano che tenga conto di studi effettivi e una vera pianificazione non calata sulla testa dei cittadini. Sugli istituti della partecipazione non siamo disponibili a colpi di mano da parte della giunta e della maggioranza. In questi tre anni la giunta ha preso decisioni senza mai ascoltare e confrontarsi con i cittadini, e arrivando in alcuni a scelte assunte a dare colpe ad altri (da ultimo la questione antenne, il doppio senso in via Cattaneo, importanti delibere urbanistiche e sulla mobilità). Solo dopo una nostra diffida protocollata quasi un mese fa e vicini al commissariamento ad acta da parte del Prefetto in virtù della inadempienza statutaria relativa ai Consigli territoriali di partecipazione, e dopo aver cercato ogni alchimia possibile per avere le maggioranze nei consigli di partecipazione e aver detto in campagna elettorale che li avrebbero resi elettivi e rappresentativi dei comitati e delle associazioni, si vuole procedere a modificare in fretta e furia, con grande imbarazzo tra il sindaco e i suoi assessori, il programma di mandato per evitare il commissariamento e fare una finta partecipazione per costruirsi solo strumenti di consenso. Pur avendo tra noi idee e proposte differenti sull’argomento, da due anni chiediamo che l’argomento della partecipazione e delle forme comunali in cui questa si articola, a partire proprio dalla questione dei Consigli territoriali di partecipazione, venga discusso in consiglio comunale. Il confronto è la base della partecipazione. Invece la giunta si è sempre opposta a questa richiesta in quanto la maggioranza è stata sempre divisa, e il balletto di proposte e controproposte mai però formalizzate ne è stata la dimostrazione. La modifica del programma di mandato sulla questione della partecipazione, dopo due anni dalle elezioni, alla luce della mancanza di qualsiasi visione su un tema così importante, è tragicomico e grave quasi quanto l’eventuale commissariamento. Il rischio concreto è ancora una volta che non si discuta e che soprattutto non si apra un confronto con la città procedendo a tappe forzate sulla base non di una proposta incentrata sul merito del tema ma solo sugli equilibri interni alla maggioranza e su qualche posto da assegnare per levare i mal di pancia. Abbiamo quindi chiesto che si faccia un consiglio comunale urgente sulla questione degli istituti partecipativi e che si renda pubblico il dibattito senza forzature, ma avviando un vero processo di partecipazione nei quartieri, nei comitati, tra le associazioni.
M. Trapani
Capogruppo PD in Consiglio Comunale (PISA)
F. Auletta
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile
A. Veronese
Patto Civico
G. Amore
Movimento 5 Stelle