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Torna ad occupare le piazze Fridays For Future, il movimento ispirato da Greta Thunberg che da tre anni denuncia l’inazione dei governi sull’emergenza climatica in atto.
A Pisa, come ormai è tradizione, si mobiliteranno anche i bambini delle scuole elementari, che negli ultimi due anni sono stati presenti ad ogni manifestazione.
Questa volta, a causa della pandemia, manifesteranno a scuola, la mattina di venerdì. Nelle scuole Don Milani di Pisa, S.G.Bosco” di Latignano, Oltrera di Pontedera e Gereschi di Pontasserchio i bambini formeranno una catena umana uniti da corde, per assicurare io mantenimento delle distanze.
“Ognuno di noi – spiega Gabriele, quarta elementare alle Don Milani – avrà un cartello al collo o dietro la schiena con dei disegni relativi ad un continente e agli effetti del cambiamento climatico in quelle zone. Noi abbiamo scelto l’America e oltre ai singoli cartelli abbiamo realizzato un grande cartellone e lenzuoli dipinti, che poi lasceremo sui cancelli e sugli alberi, in modo che tutti li possano vedere.”
“Manifestiamo – prosegue – perché vogliamo sostenere Greta Thunberg nell’iniziativa che ha proposto per salvare il mondo e gli animali dall’inquinamento che causa il riscaldamento globale. Vogliamo far capire a tutte le persone che non si scherza con la Terra, perché il mondo è nostro, ci interessa, vogliamo prendercene cura e vogliamo attirare l’attenzione sull’ambiente, anche se c’è il covid, stimolare l’interesse di altre persone e bambini che saranno gli adulti di domani. La battaglia per l’ambiente è solo appena iniziata, ha bisogno della collaborazione di tutti e di tutte per costruire un futuro migliore”.
Alle 15.00 da piazza XX Settembre si svolgerà invece il presidio per chiedere interventi decisi da parte dei governi per far fronte all’emergenza climatica, utilizzando i i soldi di Recovery Fund e Next Generation EU per vere politiche di transizione ecologica, abbandonando le fonti fossili a favore di progetti energetici che rendano più sostenibile l’economia e la gestione delle risorse naturali.
“La transizione che vogliamo – afferma Paola Imperatore, dottoranda all’Università di Pisa – si ispira al concetto di Giustizia Climatica: il costo di questa transizione non deve gravare sulle fasce della popolazione già colpite dalla precarietà e dalle diseguaglianze sociali, ma deve essere sostenuta da coloro che in questi anni si sono arricchiti producendo inquinamento, devastazione e povertà.
“La transizione che vogliamo non è solo ecologica, ma è equa, democratica e femminista. Deve essere un’opportunità per fare un cambiamento tutti e tutte insieme, senza lasciare indietro nessuno e nessuna.
“Per questo – conclude- di fronte alla decisione del nuovo governo di rinominare un ministero come Ministero della Transizione Ecologica e riempirsi di parole “green” sentiamo importante essere in piazza per dire che le belle parole non ci bastano più e non ci distrarranno dal nostro obiettivo, ossia un azzeramento delle emissioni entro il 2030 fondato sul principio della giustizia sociale.
Vogliamo azioni concrete ora, vogliamo la tutela del nostro futuro, vogliamo essere ascoltati e vogliamo che chi sta distruggendo il pianeta paghi per i danni causati.”