Physical Address
304 North Cardinal St.
Dorchester Center, MA 02124
Physical Address
304 North Cardinal St.
Dorchester Center, MA 02124
Abbiamo saputo con stupore l’approvazione di un ordine del giorno dalla maggioranza nel Consiglio comunale di Cascina a favore del gruppo separatista Polisario basato in Algeria ma non a favore della autentica popolazione saharawi che vive sul suo territorio in Marocco. La presente nota ha lo scopo di correggere i contenuti dello stesso ODG:
“Enormi tendopoli” di poco saharawi sfruttate in Algeria: Nelle “enormi tendopoli” in Algeria – citate nel documento – vive una popolazione composta da una minoranza (saharawi) d’origine marocchina e una maggioranza di algerini, mauritani e maliani. Tale popolazione rappresenta una risorsa preziosa per Algeria nel chiedere aiuti umanitari internazionali e applicare la tassa di 5%. È ricchezza personale per i capi del gruppo Polisario nelle deviazioni documentate degli stessi aiuti.
Il Muro della Sicurezza: Quello dispositivo di difesa “misurato” dai firmatari di Cascina è il muro della pace, della sicurezza e della stabilità. È molto efficace per contrastare l’infiltrazione dei mercenari, criminali e terroristi in Sahara che regnano in Algeria e Sahel.
Il documento di Cascina non aggiornato: Si vede bene che il documento di Cascina si basa sui dati superati quando “considera che ancora oggi, nonostante la presenza della missione ONU, non si è giunti all’effettuazione del Referendum”. L’ONU non parla più del referendum dal 2000. Le risoluzioni del Consiglio di sicurezza confermano che la presenza della missione in Sahara non è in alcun modo legata ad un ipotetico referendum.
Terrorismo: Il nesso tra elementi del gruppo Polisario e i campi di Tindouf con la criminalità organizzata intercontinentale e il terrorismo internazionale è documentato e confermato in tutto il mondo. I suddetti campi dove è stata rapita la cooperante sarda Rossella Urru sono sconsigliati per viaggi anche dalla Franesina; La toscana Sandra Mariani è stata rapita in Algeria per oltre 14 mesi proprio dal terrorista miliziano del Polisario Adnan Abu Walid saharawi; La stretta cooperazione tra il gruppo Polisario e il partito terroristico libanese Hezbollah finanziato da Iran sono ben conosciute; I pescatori spagnoli vittime del terrorismo del Polisario sono stati premiati anche in Italia accanto alle vittime del terrorismo della mafia, Brigate rosse e islamista; Il capo dello stesso gruppo Brahim Ghali non può mettere piede in Europa perché è ricercato in Spagna per crimini di terrorismo, stupro, sequestro di persone.
I firmatari nascondano la verità dei fatti a Gargarat: I firmatari non dicono che i militari dell’ONU erano presenti e molestati dalle bande nel valico del Gargarat (tra Marocco e Mauritania); non parlano dei richiami dell’ONU per liberare la strada internazionale bloccata dai banditi armati del Polisario per oltre due settimane. Portiamo a conoscenza di tutti che nostro paese, dopo aver segnalato il caso all’ONU ha reagito e ripristinato il traffico stradale il 13 novembre 2020 in modo pacifico. Chiediamo, gentilmente, ai firmatari di consigliare le bande del Polisario di non mettere più piede a Gargarat e nelle zone cuscinetto vietate dall’ONU per la circolazione, diversamente, le Forze Armate Reali (FAR) che salutiamo e sosteniamo saranno costrette a difendersi e a contrastare ogni invasione o attività in questi territori marocchini.
È il momento di correzione: I firmatari riciclano ancora un patto di gemellaggio con un comune falso “Um Dreiga” nella tendopoli della falsa “Dakhla” in Algeria. Il vero comune Oum Draiga si trova in Marocco, mentre Dakhla chiamata la “Perla del Sud”, la seconda ricca città marocchina dopo Casablanca è il capoluogo della Regione Dakhla-Oued Eddahab, guidata dal politico Yanja ex leader del Polisario ritornato nella sua vera Dakhla non quella finta citata a Cascina. A Dakhla sono aperti 9 consolati stranieri e a Laayoune 11 e sarà aperto anche il consolato italiano nel futuro! L’attuale amministrazione comunale di Cascina deve essere consapevole che non sta facendo rapporti con i veri Saharawi ma con Algeria e suo gruppo Polisario.
La lunghissima lista dei sostenitori del Marocco in Italia: Oltre alla chiara posizione ufficiale italiana che sostiene l’unità del Marocco, è lunga la lista degli appelli del movimento solidale italiano di amicizia con il Marocco e con la popolazione Saharawi sequestrata nei campi algerini che ritengono indispensabile l’intervento della comunità internazionale per impedire l’Algeria e suo gruppo di commettere ulteriori azioni lesive della legalità internazionale sia a Gargarat che altrove.
La nostra comunità Marocchina è molto soddisfatta dell’amicizia e la cooperazione multidimensionale italo-marocchina. Siamo orgogliosi di partecipare allo sviluppo d’Italia e del Marocco.
I firmatari dell’odg chiedono la ripresa dei colloqui e la soluzione? Ecco, la risposta si trova nella risoluzione numero 2548 del Consiglio di sicurezza dell’ONU del 30 ottobre 2020 che: richiama Algeria di impegnarsi per “una soluzione politica realistica, pragmatica e duratura basata sul compromesso”; conferma l’iniziativa di autonomia marocchina come base di qualsiasi soluzione politica; rafforza l’approccio del Marocco che si basa sulla legalità internazionale, la volontà della popolazione, la realtà sul terreno, il proseguimento della dinamica di sviluppo economico e sociale e il maggiore riconoscimento della comunità internazionale, come testimoniato dall’apertura di 20 Consolati Generali stranieri in Sahara e dal riconoscimento americano della sovranità marocchina sul Sahara.
Il CS insiste, inoltre, sul censimento e la registrazione presso HCR delle popolazioni dei campi e chiede all’Algeria di autorizzare queste operazioni. L’amministrazione comunale di Cascina deve sapere che Algeria rifiuta ogni tentativo volto a identificare chi abita in questi campi.
Infine, vorremo segnalare che è inaccettabile lo sfruttamento politico dei bambini dei campi e il loro uso come Bimbo Soldato e contro i progetti di propaganda e di lucro saremo sempre in prima fila a protestare e denunciare.