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La mostra visitabile gratuitamente fino al 2 marzo. Magnani: «Prosegue l’attività espositiva alla Chiesa della Spina con un autore toscano tra i più affermati»
L’arte di Giovanni Maranghi approda alla Chiesa della Spina, con una mostra personale curata da Riccardo Ferrucci, in cui l’artista presenta un’installazione pittorica dedicata alla donna. “Mastica e sputa”, questo il titolo dell’esposizione, liberamente tratto dalla celebre canzone di Fabrizio De André “Ho visto Nina volare”.
«Con la mostra di Giovanni Maranghi – dice l’assessore alla cultura Pierpaolo Magnani – prosegue l’attività espositiva alla Chiesa della Spina con un autore toscano tra i più affermati anche a livello internazionale. La mostra ha un sapore particolare perché i tre dipinti sono dedicati al cantante Fabrizio De Andrè e in particolare alla sua canzone “Ho visto Nina volare”. È bello questo dialogo tra un raffinato artista toscano e uno dei grandi poeti del nostro secolo, Fabrizio De André. La città continua a offrire nei limiti del possibile e del sicuro qualcosa all’animo dei cittadini e dei turisti, aprendo la Chiesa della Spina alle suggestioni dell’arte contemporanea».
Le opere esposte da ieri, 12 febbraio, fino al prossimo 2 marzo. «Ho sempre cercato – afferma l’artista – fin dagli anni della scuola d’Arte di essere un attento osservatore di tutto ciò che mi si presentava davanti. Penso che l’essere curioso sia sempre pronto più di altri a cercare di comprendere tutto ciò che gli accade intorno. Usando una metafora non mia, potrei dire: mangia il tutto, masticalo bene, trattieni ciò che è buono per te, sputa il resto. Questo mi ha ricordato il refrain, “mastica e sputa” del brano di De André che ho preso in prestito per questa mostra».
Una mostra nata dal sapore del ricordo: «Nella seconda metà degli anni ‘90, a Castiglioncello – spiega Maranghi – dove passavo con tutta la mia famiglia l’intera estate, arrivava da un paese a nord di Kiev poco lontano da Cernobyl, ospite di una famiglia di amici nostri vicini, una bambina bionda con gli occhi celesti di nome Nina. Tutto questo successe per varie estati in relazione a un accordo con una associazione umanitaria. Durante i primi mesi di quest’anno, costretto dal Covid fra le mura domestiche, mi è successo come a tanti di noi di riaprire vecchi cassetti, album di foto e altre cose smarrite nella memoria. Tornando indietro di qualche anno, devo dire che ho sempre amato ascoltare le interpretazioni di Fabrizio De André e fra queste una un po’ melanconica, ma ricca di immagini per un attento sognatore, era ed è “Ho visto Nina volare”. Perciò avuta in mano quella foto, ascoltando la canzone, ho iniziato ad immaginare sull’altalena di Fabrizio, la mia Nina, la bella Nina dagli occhi celesti che aveva fatto innamorare i miei piccoli figli. Sicuramente per lei passare l’estate a Castiglioncello voleva dire cambiare radicalmente vita e scoprire un mondo nuovo e diverso dal suo, ma nonostante ciò rimaneva in lei la sua aria di malinconia, un po’ come le note di De André. Quindi un modo di legare un bellissimo ricordo, una bellissima canzone a dei bellissimi bambini».
Il critico d’arte Riccardo Ferrucci sottolinea l’originalità e la modernità dell’artista fiorentino: «L’arte di Giovanni Maranghi si presenta come una delle esperienze più originali e autentiche della pittura contemporanea, le donne e le sue immagini restano frammenti importanti, scritti in modo indelebile sulla tela. Il suo procedere artistico è un invito al sogno e alla leggerezza, quella indicata da Calvino, che ci racconta l’autore nel suo diario visionario, attraverso una serie di opere che restano nel cuore e appartengono alla memoria dello spettatore. Maranghi è un poeta visionario e, nel suo mondo, si trovano echi di modernità e storia, passato e futuro, realtà e sogno, visione e meditazione. Le forme sensuali delle donne diventano oggetti di desiderio, ma anche racconto di storie private e segrete, misteri da decifrare. È una dimensione narrativa che si sprigiona dal racconto, che trova il primo approccio nel disegno, un modo per evocare sogni e demoni, cominciare a guardare in faccia la realtà, una prima annotazione alle sue storie».
La mostra, organizzata da Casa d’Arte San Lorenzo per il Comune di Pisa, in collaborazione con C.R.A. Centro Raccolta Arte di San Miniato e il supporto di FuoriLuogo, vanta il patrocinio del Comune di Pisa e il sostegno della Banca di Pisa e Fornacette, il Patrocinio morale della Fondazione De ANDRE’ di Genova e dell’UNESCO sezione di Pisa.
La mostra sarà aperta, ad ingresso libero, fino al 2 marzo 2021, con il seguente orario: da mercoledì a venerdì dalle ore 11’00 alle 17’00. Per le direttive del Protocollo Covid-19 l’accesso alla struttura è consentita ad un massimo di 20 persone alla volta. Per aperture fuori dagli orari indicati è possibile fissare un appuntamento per un’eventuale visita privata. Per info: Casa d’Arte San Lorenzo – 0571 43595 – galleria@arte-sanlorenzo.it