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Il 18 marzo 2020 è stato avviato in Regione Toscana il procedimento per il rilascio del Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale (PAUR) relativamente al progetto di “ottimizzazione impianti e implementazione nuove linee produttive” della piattaforma polifunzionale di trattamento rifiuti di via Ragghianti nel comune di Pisa. Si tratta di un procedimento ampio e complesso, proposto da Herambiente Servizi Industriali S.r.l., che ha come presupposto la sottoposizione a VIA regionale del progetto che l’azienda intende realizzare. Il PAUR riguarda tutti i titoli autorizzativi, non solo quelli ambientali, necessari alla realizzazione del progetto e all’esercizio dell’opera. Rispondendo in Consiglio Comunale a un’interpellanza sull’argomento, l’assessore all’ambiente Filippo Bedini ha chiarito la determinazione del Comune di Pisa:
«La posizione della Giunta comunale in questa partita con grandi ricadute ambientali è chiara e molto decisa: l’area di Ospedaletto paga lo scotto di decenni di emissioni da parte sia dell’inceneritore che di altre aziende presenti nella zona. Esiste una indagine epidemiologica che testimonia dell’impatto negativo in termini di salute pubblica sull’area. Pur non essendo pregiudizialmente e ideologicamente contrari a impianti tecnologicamente avanzati, perché non crediamo al mondo del “rifiuti zero”, riteniamo che questa specifica area abbia già sofferto anche troppo e non possa essere ulteriormente appesantita. Il fatto che il PAUR rimandi in ultima istanza la decisione sul potenziamento dell’impianto di Herambiente alla Regione per il tramite della Conferenza dei servizi mi preoccupa notevolmente».
L’articolo 208 del Decreto Legislativo n. 152/00, infatti, disciplina l’autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti. Qui è stabilito che in queste fattispecie la procedura viene studiata da una Conferenza dei servizi che ha pieni poteri. La decisione di questo soggetto viene assunta a maggioranza, e le relative determinazioni devono fornire una adeguata motivazione rispetto alle opinioni dissenzienti espresse nel corso della conferenza. La Conferenza di servizi procede alla valutazione dei progetti, acquisisce e valuta tutti gli elementi, e poi trasmette le proprie conclusioni con i relativi atti alla Regione. Valutando le risultanze della Conferenza dei servizi, la Regione, in caso di risultanza positiva del progetto, autorizza la realizzazione e la gestione dell’impianto.
«Occorre tener ben presente – prosegue Bedini – che la norma afferma che l’approvazione sostituisce a ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali, e costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, l’urgenza e l’indifferibilità dei lavori. Questo, di fatto, determina che le competenze dell’Amministrazione comunale vengano completamente bypassate. E la cosa ci preoccupa non poco».
Nell’ambito del procedimento, il Comune di Pisa, con nota del 15 maggio 2020, ha trasmesso alla Regione Toscana, settore VIA-VAS, il contributo dell’Ufficio Ambiente e il contributo della Direzione Urbanistica-Edilizia Privata, presentando osservazioni relative alle molte e gravi criticità che potrebbero derivare dall’ampliamento delle potenzialità di trattamento rifiuti dello stabilimento.
«L’ATO ha, e avrà nei prossimi anni ancor di più – conclude Bedini -, problemi di autosufficienza per quanto riguarda il trattamento del rifiuto indifferenziato e occorre fin da oggi pensare a individuare aree idonee all’interno dell’ambito per progettare impianti che possano servire le quattro province che lo compongono, per evitare di mandare in giro per il mondo i nostri rifiuti e pagare prezzi salatissimi per farlo. Ma, in sede di ATO, fin da subito abbiamo messo bene in chiaro una cosa, ovvero che non si può pensare di insistere su Ospedaletto, nonostante la presenza dell’area già adibita in passato a inceneritore. In quest’ottica riteniamo che Ospedaletto non possa avere incrementi di carico ma, al contrario, la consideriamo una zona che deve essere alleggerita e fortemente riqualificata dal punto di vista ambientale. Noi in questo senso abbiamo già fatto moltissimo sgomberando quella bomba ecologica che era il campo rom abusivo di via Maggiore, ma tanto si può ancora fare».