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Un corpus formato da oltre 500 documenti databili tra il XVI e il XX secolo relativi alle edizioni antiche del Gioco. Bedini: «Una ricchezza inestimabile che deve appartenere a tutti i pisani».
Il Comune di Pisa ha acquistato per la cifra di 15 mila euro la Collezione Zampieri, un archivio composto da oltre 500 documenti a stampa e manoscritti, databili tra il XVI e il XX secolo, che forma una corpus unico di testimonianze relative al Gioco del Ponte.
«Il preziosissimo archivio Zampieri – afferma l’assessore alle tradizioni storiche Filippo Bedini – rappresenta un patrimonio unico nel suo genere che può ben costituire un primo nucleo documentario, che sarebbe assolutamente imprescindibile in un’eventuale futura collezione da esporre e valorizzare in un settore dedicato al Gioco del Ponte, parte integrante del progetto sul museo delle tradizioni della storia e dell’identità di Pisa allo studio dell’assessorato competente. Con questa acquisizione abbiamo scongiurato il rischio che un patrimonio unico nel suo genere andasse in futuro venduto a privati, magari suddiviso in lotti. Una simile eventualità avrebbe significato per Pisa perdere la possibilità di rendere “bene comune” da mettere a disposizione un capitale culturale che non deve assolutamente essere parcellizzato e che contiene pezzi unici: molti documenti presenti nella collezione contengono elementi fondamentali per la conoscenza delle origini e della tradizione del Gioco del Ponte. Il lavoro che ha portato a questo acquisto è stato attento e scrupoloso, ed è stato eseguito di concerto con la Soprintendenza».
«La costituzione di questa raccolta – afferma l’amministratore della libreria Lim Antiqua sas, Massimo Fino, che ha redatto la perizia sulla collezione di documenti per conto del Comune – ha richiesto tutta una vita di appassionata ricerca, in cui la competenza dello studioso si è unita alla destrezza del bravo collezionista-detective. Tutto questo ha permesso un miracolo: che la città di Pisa si ritrovi ora un tesoro inestimabile a disposizione degli amministratori, degli studiosi e degli operatori culturali, un tesoro intimamente legato alla storia e alle tradizioni della città che si presenta nelle varie forme del libro, della grafica e del manoscritto e che è pronto per essere valorizzato e mostrato al pubblico in una serie di mostre e di pubblicazioni. L’auspicio che mi sento di formulare è che alla fine di questo lungo periodo di emergenza il tesoro della collezione del Gioco del Ponte possa rendere ancora più ricche ed interessanti le settimane festive del prossimo giugno pisano».
Il materiale acquistato dovrà ora essere catalogato per poi essere successivamente valorizzato. «La collezione – ha affermato Manuel Rossi, l’archivista incaricato della catalogazione dei documenti dall’amministrazione comunale – è formata da circa 500 documenti che raccontano, in più di 6mila pagine complessive, come cambia e si sviluppa il Gioco del Ponte dalle edizioni secentesche fino a quella del 1935: una storia lunga due secoli e mezzo fortemente intrecciata con la storia della comunità cittadina».
«Questo patrimonio – ha dichiarato Giuseppe Bacciardi, dirigente Comune di Pisa – dovrà essere messo a disposizione di tutti. Dopo la prima fase relativa alla catalogazione dei documenti, proseguiremo con la loro digitalizzazione con lo scopo di mettere a disposizione di appassionati e studiosi documenti originali che non possono essere trovati da nessun’altra parte nel mondo. In quest’ottica abbiamo anche chiesto un finanziamento al Mibact su cui speriamo di poter ricevere dei contributi. Abbiamo inoltre intenzione di pubblicare un’edizione critica di uno di questi documenti, una sorta di regolamento del Gioco del 1726: sarà il primo di quella che vorremmo diventasse una collana editoriale sul Gioco del Ponte. Nei prossimi anni – conclude Bacciardi – cercheremo di recuperare anche il vasto patrimonio che non è direttamente di proprietà del Comune, ma che è in mano ad altri enti o soggetti privati».