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Il presidente della Toscana e il presidente del Consiglio regionale: “Nella sua opera le radici più profonde dell’identità toscana”
Sarà dedicato a Renato Fucini, a 100 anni dalla sua morte, il Capodanno dell’Annunciazione (noto anche come Capodanno Pisano) che cade il 25 marzo prossimo. L’annuncio arriva dal Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e dal Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo. La finalità è quella di “ricordare, a 100 anni dalla sua morte, Renato Fucini, non solo come figura importante nella storia culturale della nostra terra, ma anche come strumento per attualizzare il valore dell’identità toscana che proprio il Capodanno intende celebrare”.
Per Giani e Mazzeo ricordare il Capodanno Pisano significa riscoprire una delle radici più profonde dell’indentità peculiare della Toscana. Infatti, nel passato Pisa e altre città toscane (quali ad esempio Firenze, Lucca, Prato e Siena) consideravano il 25 marzo come il loro Capodanno. In particolare a Pisa, fin dal Medioevo, si era consolidata la ricorrenza di celebrare l’ “annus pisanus”, che iniziava in quella data e terminava il 24 marzo seguente. Il calendario pisano restò in vigore per secoli anche nelle terre che ricadevano in qualche modo sotto l’influenza della Repubblica di Pisa: ciò avvenne fino a quando, nel novembre 1749, il Granduca Francesco III di Lorena emise un decreto che fissava, anche per la Toscana, il 1º gennaio come data iniziale dell’anno civile, uniformandosi a quanto già in vigore nel resto d’Italia e d’Europa.
Da qui la scelta di dedicare a Fucini (noto anche con lo pseudonimo e anagramma di Neri Tanfucio) il Capodanno Pisano. “Del resto Fucini – spiegano Giani e Mazzeo – è particolarmente legato al rilancio e alla acquisizione di dignità letteraria del vernacolo pisano. I suo 100 sonetti rappresentano infatti la riscoperta del valore letterario del vernacolo, dando vita ad una tradizione che ancora oggi è viva negli ambienti culturali pisani”.
La scelta del connubio Capodanno Pisano-Fucini è quindi un doppio omaggio a un toscano di grande cultura e nello stesso tempo alla tradizione toscana, “perché nella sua opera letteraria – aggiungono Giani e Mazzeo – ha sempre avuto molto spazio la rappresentazione della campagna toscana e del suo straordinario paesaggio, quella Toscana che ha girato negli anni della sua vita. Quel meraviglioso paesaggio ancora oggi rappresenta, accanto alle città d’arte, la bellezza della Toscana nel mondo, che la Regione vuole tutelare e valorizzare”.
Proprio per ricordare questa antica traccia della storia toscana, Giunta e Consiglio Regionale della Toscana hanno deciso di affiancare alle celebrazioni (che si terranno sempre nel pieno e rigoroso rispetto delle norme anti-pandemia) varie iniziative, promosse dai territori. Il Consiglio ha emanato un bando, per sostenerne la realizzazione e valorizzare al tempo stesso il lavoro delle tante realtà associative, culturali e sociali presenti nella nostra regione.
“Conoscere e ricordare il nostro patrimonio culturale e storico è indispensabile per la crescita culturale, economica e sociale di ciascuno di noi. E ricordare chi siamo e da dove veniamo è un patrimonio che sarà sempre in grado di arricchirci come singoli cittadini e come comunità della Toscana”, concludono Giani e Mazzeo.