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Fine anno, tempo di bilanci anche al Polo Tecnologico di Navacchio, l’hub toscano per l’innovazione e la trasformazione digitale.
Nonostante il 2020 sia stato un anno pesante per tutti, l’ecosistema di Navacchio, che vede oltre 600 occupati ad elevata specializzazione e 60 tra imprese e centri di competenza scientifico-tecnologica, si è dimostrato resiliente e raggiungendo traguardi importanti, come l’esaurimento di tutti gli spazi disponibili, in cui operano Imprese innovative, startup, laboratori e centri di ricerca.
Un bilancio in attivo e l’ecosistema delle imprese che, anche in questo nuovo scenario, dettato dall’emergenza COVID-19,vista la loro l’attitudine alla tecnologia e all’innovazione, hanno subito minori penalizzazioni rispetto ad altre, passando al lavoro remoto in maniera quasi naturale (erano già di fatto in smart-working anche quando potevano lavorare fisicamente in sede!)alcune anche adattando le proprie attività per dare un contributo al servizio della comunità durante l’emergenza.
“Chiudiamo il 2020 all’insegna delle contaminazioni (parola che in questo anno ha assunto un’accezione terribile) in senso positivo con il mondo della ricerca, della manifattura digitale e dei talenti.”- Afferma Andrea di Benedetto, Presidente del Polo Tecnologico di Navacchio-“ Abbiamo avviato un programma per lo sviluppo della trasformazione digitale del territorio grazie alle attività di open innovation che hanno visto come protagoniste le nostre startup e imprese innovative insieme ad alcune PMI manifatturiere toscane piuttosto visionarie. Per il 2021 ce ne sono già altre in partenza, che coinvolgono diversi settori produttivi tradizionali, perché siamo sempre più convinti che sia fondamentale il ripensare come si fa impresa ai tempi del mondo iperconnesso. Vogliamo far diventare industria 4.0, non una serie di tecnologie, ma un modo diverso di progettare, produrre e distribuire i nostri prodotti, i servizi e quello che sappiamo fare meglio. Una nuova attitudine, appunto, quella dell’innovazione legata alla tradizione, che caratterizzi sempre più la Toscana4.0. In questa strategia si innesta anche MakeX, il coordinamento della rete toscana dei maker’sspaces che potranno avere un ruolo fondamentale nell’orientamento al digitale di artigiani e microimprese. Grazie a tutte queste attività, e alla centralità nel mondo toscano dell’innovazione- continua Di Benedetto– Polo Navacchio SpA chiuderà il 2020 con il bilancio in attivo e in crescita, e con tutti i suoi 15.000mq occupati, anche con l’ingresso dei CrossLab, i laboratori di eccellenza -a livello nazionale- di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa.
Soddisfatto anche il Sindaco di Cascina Michelangelo Betti- “ L’esaurimento degli spazi disponibili al Polo Tecnologico, in un anno così difficile, è un segnale molto positivo, apre prospettive future efa emergere la necessità di un’ulteriore crescita. Ringrazio Andrea Di Benedetto e il personale del Polo per tutto il lavoro che sta facendo, grazie alla continuità gestionale dal 2014, stanno arrivando i risultati che supportano quanto abbiamo sempre evidenziato, l’importanza dell’Innovazione e della ricerca come elemento caratterizzante del nostro territorio, legato alla tradizione ma da tempo aperto alle nuove produzioni».
“La recente legge sul trasferimento tecnologico approvata dal Consiglio Regionale ha consentito alla Provincia di Pisa di mantenere il suo ruolo strategico all’interno della società del Polo Tecnologico di Navacchio,” afferma il Presidente della Provincia di Pisa, Massimiliano Angori–“contribuendo così alla sua stabilità e al rilancio economico del territorio. La sfida del trasferimento tecnologico è centrale per la competitività delle nostre imprese ed oggi Navacchio gioca un ruolo da protagonista. Sottolineiamo l’importante lavoro fatto dal CDA, che ha riportato in utile la società, una società che oggi è una realtà in crescita e appetibile.”
E i progetti per il futuro? “Mettere insieme competenze diverse per far nascere idee dirompenti, sviluppare un ecosistema fertile per la natalità imprenditoriale che veda protagoniste le startup ibride, quelle che utilizzano il made in Italy portandolo in modelli di business digitali. Promuovere la formazione sui temi dell’innovazione e dell’imprenditorialità innovativa, supportare le imprese innovative negli strumenti regionali e nazionali per il supporto alla crescita, aprendosi sempre più verso il territorio, sono i progetti per il 2021 di Polo Navacchio” conclude Di Benedetto.
Alcune imprese del Polo che hanno anche adattato le proprie attività per dare un contributo al servizio della comunità durante l’emergenza. Esempi che mettono in luce quanto al Polo Tecnologico siamo convinti che la tecnologia e l’innovazione debbano essere prima di tutto utili alle persone e al territorio.
ABzero, spin-off della scuola Sant’Anna e incubata al Polo, che sviluppa dispositivi medici innovativi e offre un sistema di trasporto di sangue, emoderivati e organi attraverso droni, assicurando la consegna in maniera autonoma e rapidissima e in totale sicurezza per la componente umana, anche in caso di avaria: ha offerto il proprio servizio, seppur ancora sperimentale, alle Autorità sanitarie per trasportare campioni medici e forniture nelle zone in quarantena per diminuire i contatti e combattere il coronavirus.
RayBotics, startup che ha sviluppato il primo robot che sanifica con raggi Uv-C e ozono, 100% Made in Italy, in grado di aiutare nella lotta contro il Covid-19: grazie a una combinazione di raggi Uv-C e ozono riesce a debellare il virus e a compiere una sanificazione approfondita degli ambienti senza l’utilizzo di prodotti chimici, eliminando sino al 99% dei patogeni presenti su tutte le superfici.
PerFormat che, vista l’emergenza, ha deciso di attivare con i suoi psicologi e psicoterapeuti di “Perfomat salute”, un servizio gratuito di consulenza psicologica a distanza.
Xeel, che ha sviluppato la app “FarmaciA Casa”, scaricabile gratis dai principali store digitali: dallo smartphone o dal tablet l’utente può richiedere la ricetta al medico di base senza andare in ambulatorio riducendo così le occasioni di contagio che si vengono a creare nelle interazioni tra medico, paziente e farmacie.