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Il ruolo istituzionale che ricopro mi spinge a mantenere una continenza verbale che non mi pare ricada tra le priorità espositive del consigliere Dario Rollo. Mi trovo però obbligato a replicare per confutare le esili tesi sull’uso delle bandiere, partendo da tre punti. Da un punto di vista storico l’intervento del consigliere pare scritto nel 1928, anno di realizzazione del monumento. Da un punto di vista umano il tentativo di utilizzare a fini polemici i Caduti per la patria è deplorevole. Da un punto di vista legislativo il consigliere dimostra, purtroppo, di non conoscere la legge 22 del 1998.
Il Novecento è stato attraversato da guerre feroci in Europa, guerre che hanno diviso il continente e il mondo. Per molti storici la Seconda Guerra Mondiale non è stata che la prosecuzione della Grande Guerra, causa diretta i nodi irrisolti e i nazionalismi non superati. Proprio al termine di quella stagione di conflitti è stato scritto l’articolo 11 della Costituzione con cui si stabilisce che “L’Italia ripudia la guerra” e, nello stesso articolo, che il Paese “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. È da questo semplice testo che si è avviato il percorso di adesione a quella comunità di Stati che è divenuta Unione Europea. Uno strumento di superamento delle divisioni nazionali e di guerre fratricide.
La legge 22 del 1998, a firma del presidente Oscar Luigi Scalfaro, equipara sostanzialmente la bandiera italiana e quella dell’Unione europea in tutte le funzioni di rappresentanza dello Stato. In effetti la collocazione di una bandiera dell’Unione a fianco di una bandiera italiana è stato un atto “riparatorio” del mancato rispetto delle norme di esposizione delle bandiere.
Chiudo con un dato locale. Nel 2019 i lavori sul monumento hanno portato a curare il prato, migliorare i punti luce e a installare le due aste di bandiera. Alcuni anni prima c’era stato un importante lavoro di restauro, coincidente con la riqualificazione della piazza di cui il consigliere non ha contezza, perché, probabilmente, precede il suo arrivo a Cascina. Tutti questi interventi hanno tutelato quel complesso, ma non hanno dato a chi li ha eseguiti maggiori diritti sul monumento, che resta patrimonio della comunità e non dei singoli.