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L’Associazione ambientalista La Città ecologica ha presentato le sue osservazioni al PUM(s) adottato dalla Giunta pisana.
Sono 50 pagine con oltre 30 punti di Osservazioni.
Una contestazione a tutto campo che parte dalla scelta di fare un PUM(s) di Pisa quando la stessa Unione Europea individua per Pisa un’Area Funzionale Urbana che comprende, oltre a Pisa, San Giuliano, Cascina, Vecchiano e Vicopisano. Del resto è ovvio: se una parte considerevole del traffico veicolare che investe la città è di tipo pendolare dai comuni limitrofi come è possibile ridurre questa componente se non si adottano misure là dove questi flussi si creano?
I dati su cui si è costruito il PUM(s) non sono aggiornati (Censimento 2011 e Indagine Regione Toscana 2009) e questo consente solo in modo approssimativo e per i soli spostamenti sistematici (meno della metà di quelli complessivi) di conoscere la distribuzione modale odierna. E se non si conosce la distribuzione modale di oggi come si fa a porsi gli obiettivi di redistribuzione fra 10 anni ed a più lungo periodo? Come fa a monitorare l’efficacia delle azioni intraprese? E questi sono appunto i punti centrali indicati dall’UE per un PUMS.
Manca una visione di lungo periodo, un obbiettivo chiaro da perseguire a lungo termine, la descrizione qualitativa della futura mobilità a cui si aspira per la città.
Uno degli obiettivi prioritari che le LINEE GUIDA EUROPEE fissano per i PUMS è: ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, le emissioni di gas serra e i consumi energetici. Questo obiettivo si può raggiungere solo con una drastica riduzione del numero di auto in circolazione.
In prospettiva l’unica mobilità sostenibile in ambito urbano è una mobilità che non prevede, se non marginalmente e come eccezione per casi particolari, l’uso di automobili.
In assenza di una tale chiara prospettiva di lungo periodo gli obiettivi di redistribuzione modale che ci si pongono nel PUM(s) sono modesti e. nonostante questo, poco credibili da raggiungere tanto sono contraddittorie le misure che vengono proposte.
Certo c’è il Tram e questo è positivo. La Città ecologica già prima della sua nascita attraverso l’azione di molti dei suoi dirigenti attuali si è battuta perché fosse fatta anche a Pisa la scelta del trasporto pubblico a trazione elettrica in sede propria, il Tram. La Città ecologica si è battuta, spesso isolata, contro tutte le scelte diverse che si sono proposte o, purtroppo, realizzate in questi anni: dal People Mover alle varie Busvie, più o meno veloci. Quindi La Città ecologica non può che valutare positivamente il fatto che finalmente si imbocchi la strada del Tram e valuta questa scelta anche una propria vittoria.
Ma purtroppo le note positive si fermano qui.
L’ostinazione nel non aver voluto neanche prendere in considerazione il passaggio di questa prima linea dai lungarni è incomprensibile. Infatti tutte le mappe presenti nei documenti del PUM(s) dimostrano quello che tutti i pisani sanno, che la grande maggioranza delle attività attrattive di utenti per lavoro o per studio o semplici fruitori della città si trovano al centro del centro storico. E quindi lì la prima Linea del Tram doveva passare.
Il secondo errore è non inquadrare la linea proposta in un quadro più ampio e di più lungo periodo, quindi non inquadrarla come solo la prima di una rete di linee tranviarie cittadine e di area vasta. La mancanza della previsione della Linea per il litorale è particolarmente grave. Come La Città ecologica abbiamo fatto nelle Osservazioni le nostre proposte articolate.
Le due scelte sopra dette avrebbero secondo noi anche dato più forza alla richiesta dei finanziamenti al MIT.
Bene anche lavorare sull’uso metropolitano della Linea ferroviaria Pisa-Lucca ma per noi occorre lavorare per una vera Linea Tranviaria Interurbana che risolverebbe anche tutti i problemi dei passaggi a livello in città.
Ma queste scelte positive sono annegate in un mare di scelte che favoriscono tutte l’uso dell’auto, il mezzo di trasporto urbano insostenibile per antonomasia.
Quindi nuove strade a consumare suolo e risorse che dovrebbero andare in un PUMS alle modalità sostenibili.
Un mare di nuovi parcheggi che non servono a ridurre le auto in circolazione ma servono solo a favorire il loro moltiplicarsi attraverso la creazione di aspettativa di sosta. Tutti i PUMS europei tolgono parcheggi nelle città, altro che crearne di nuovi. Su questo torneremo più in dettaglio con successivi interventi.
Nessun allargamento della ZTL, nessuna inclusione in essa dei Lungarni né passaggio lì del Tram, nessuna individuazione di nuove aree da pedonalizzare in centro e nei quartieri.
Manca un’altra obiettivo fondamentale: togliere spazio fisico alle auto che oggi occupano quasi tutto lo spazio stradale disponibile per darlo alle infrastrutture per la mobilità sostenibile, tranvie, piste ciclabili, marciapiedi ed aree pedonalizzate, senza consumare nuovo suolo. Corsie e parcheggi devono essere tolte alle auto e date alle modalità sostenibili di mobilità.
Questo se si vuol fare un PUMS altrimenti si fa un PUT (Piano Urbano del Traffico) o al più un PUM(s).