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Come è andata l’esperienza della DAD che, con il perdurare dell’emergenza, è dovuta proseguire anche a settembre? Ce lo racconta un’indagine della Human Foundation condotta da maggio a ottobre 2020, i cui risultati sono stati presentati giovedì 10 dicembre nel corso di una tavola rotonda online, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. A studenti e professori dell’Ateneo pisano è stato chiesto se fossero soddisfatti del modello di didattica a distanza adottato durante il lockdown e la valutazione complessiva è stata più che favorevole, con un voto che si attesta intorno a 7,5 (su una scala da 1 a 10).
La tavola rotonda, moderata dalla giornalista di Repubblica Valeria Strambi, è stata aperta dall’introduzione del segretario generale di Human Foundation, Francesco Spano. A seguire il rettore Paolo Mancarella ha illustrato le ragioni della scelta di sottoporre a valutazione d’impatto la DAD dell’Università di Pisa. La presidente di Human Foundation, Giovanna Melandri, è poi intervenuta sul tema della valutazione come strumento di management, mentre la prorettrice agli Affari giuridici, Michela Passalacqua, ha illustrato come il successo della programmazione del futuro debba muovere dall’analisi dei bisogni emersa con il percorso di valutazione. Il prorettore all’Informatica Paolo Ferragina e il presidente del Sistema informatico di Ateneo Antonio Cisternino, infine, sono entrati nel merito della strategia digitale e della offerta complessiva di didattica digitale dell’Università di Pisa. L’evento si è chiuso con l’intervento del ministro Gaetano Manfredi.
L’indagine sull’impatto della DAD affidata alla Human Foundation aveva l’obiettivo di comprendere al meglio e con un metodo di ricerca rigoroso se le risposte ai nuovi bisogni di formazione emersi a seguito della crisi Covid sono state all’altezza delle aspettative, in modo da mettere a punto nuove strategie per usare al meglio questa importante innovazione dell’offerta didattica di Ateneo. Gli studenti coinvolti nella ricerca hanno assegnato un voto medio pari a 7.40 alla capacità dimostrata dall’Università di Pisa nel rispondere all’emergenza assicurando la continuità della didattica. Anche la valutazione del corpo docente è più che positiva, con un voto medio pari a 7,94.
«I dati di questa indagine confermano la bontà delle scelte politiche operate, sia garantendo la continuità didattica durante la pandemia sia favorendo le lezioni in presenza per le matricole – ha commentato il ministro Gaetano Manfredi – Il coinvolgimento di tutta la comunità accademica nella valutazione di questa esperienza ci consentirà di rinnovare l’offerta didattica e di comprendere al meglio le opportunità date dalle nuove tecnologie. In questo modo potremo creare un’università più inclusiva e maggiormente capace di offrire risposte a una comunità di studenti formata ormai per lo più da nativi digitali».
«Ad aprile abbiamo capito come fosse urgente valutare l’efficacia della didattica erogata a distanza e sondare le aspettative di studenti e docenti – ha spiegato il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella – Sapevamo già che quella che stavamo vivendo era una situazione che avremmo dovuto riaffrontare in autunno, con il nuovo anno accademico. Farci valutare per capire quale impatto avessero avuto le nostre scelte era fondamentale perché le risorse impiegate per far fronte alla prima ondata pandemica risultassero anche un investimento strategico per il futuro. Quello che ci ha mossi è stata, infatti, la ferma convinzione che ogni avversità racchiuda in sé delle opportunità. Le indicazioni emerse dal Rapporto di Human Foundation ci consentono di tracciare una strategia di potenziamento per elaborare un modello innovativo di didattica con una serie di strumenti che, una volta tornati alla normalità, rimarranno attivi a beneficio delle nostre studentesse e dei nostri studenti».
«Sono anni che lavoriamo sulla valutazione d’impatto, che non è un semplice strumento di rendicontazione degli output, ma lavora sugli outcome, sui reali cambiamenti messi in atto da un progetto o da una policy», ha spiegato Giovanna Melandri, presidente di Human Foundation. «Crediamo nella valutazione come strumento di management. L’Università di Pisa ha avuto grande visione nel voler sottoporre a valutazione la DAD universitaria, ben sapendo che la didattica digitale è ormai parte integrante dell’offerta universitaria di questo Paese e decidendo di lavorare alla sua analisi e al suo perfezionamento da subito. L’attenzione che il ministro Manfredi sta riservando all’iniziativa è riprova che abbiamo scelto una strada utile e innovativa», prosegue Melandri. «Spero che anche altri Atenei seguano questo esempio e che il lavoro di Human Foundation possa essere un vero e proprio prototipo», ha concluso.
Dalla lettura del report emerge anche un altro dato significativo: il 42,6% degli studenti intervistati considera la didattica online come uno strumento utile se integrato a quello in presenza, perché facilità la partecipazione alle attività didattiche e nel medio-lungo termine e determina un aumento della frequenza e un accrescimento dei processi di democratizzazione dell’accesso al sapere, in particolare per gli studenti affetti da disabilità motorie, per gli studenti pendolari e lavoratori. Per quanto riguarda i docenti, la metà di loro (49,0%) vede nella DAD un’opportunità supplementare, un servizio che aggiunge qualcosa senza però sovrapporsi alla didattica normalmente intesa.