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Il custode giudiziario che bussa alla porta, il baratro che si apre sotto i piedi. In termini giuridici si chiama “persone esecutata” chi, in quanto inadempiente a un’obbligazione, sta subendo un procedimento di esecuzione forzata. Molto spesso il pignoramento di beni immobili, frequentemente proprio la casa. Vuol dire famiglie, talvolta con minori o anziani carico, che rischiano seriamente di trovarsi senza un tetto, senza contare il contraccolpo psicologico di vedersi scivolare dalle mani, magari per un investimento sbagliato o più semplicemente per la crisi, quell’abitazione a cui erano stati dedicati i risparmi di una vita. Drammi, appunto, che rimangono nel cono d’ombra. Una disperazione spesso soffocata dalla vergogna, un urlo sordo.
Con la pandemia le “persone esecutate” sono aumentate. Di quanto non si sa. Non ci sono dati sul territorio pisano. Ma lo certificano il lavoro quotidiano dell’Istituto Vendite Giudiziarie (Ivg) di Pisa, Livorno e Grosseto e della Caritas Diocesana. Due realtà, almeno nella percezione comune, agli antipodi: il primo è una società privata che opera in convenzione con il Ministero della Giustizia e svolge attività di custodia giudiziaria sui beni immobili delle persone esecutate. Il secondo è l’organismo pastorale cui la Chiesa pisana ha affidato la promozione e il coordinamento della pastorale della Carità e che, ormai da mesi, è in prima linea accanto alle famiglie più colpite dalla crisi innescata dalla pandemia.
Stamani (sabato 19 dicembre), alla presenza dell’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa annuale per “tracciare un percorso a sostegno delle persone esecutate volto ad alleviare le loro sofferenze, da attuare mediante un atteggiamento estremamente rispettoso delle persone e dei luoghi nonché mediante un’ampia informazione sui diritti e i doveri imposti dalla legge in materia di esecuzioni immobiliari” si legge nel documento.
“E’ il primo accordo di questo tipo in Italia e auspichiamo di poterlo diffondere anche in altri istituti di vendita giudiziaria della penisola” hanno detto Francesco Casella, amministratore unico dell’Ivg di Pisa, Livorno e Grosseto, e Luca Straniero, ex servizicivilista della Caritas di Pisa, ora custode giudiziario. “Anche alla luce del Fondo Vivere, che abbiamo promosso insieme alla Fondazione Pisa per sostenere famiglie e imprese in difficoltà a causa della pandemia, per noi è necessario avere più riferimenti e incrociare molteplici punti di vista in modo da avere un quadro reale su ciò che sta accadendo nel nostro territorio – ha sottolineato l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto -: questo protocollo d’intesa è un passo in questa direzione”. Perché “da soli possiamo fare sicuramente qualcosa – ha aggiunto il direttore della Caritas don Emanuele Morelli – ma in rete, e insieme, molto di più”.