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“Tornare a lavorare, questo è l’unico vaccino efficace per salvare le imprese da morte certa”. Federico Pieragnoli, direttore di Confcommercio Provincia di Pisa lancia il monito mentre legge i numeri drammatici che il Centro Studi Confcommercio ha pubblicato in queste ore: “L’effetto combinato del Covid e il crollo dei consumi dell’11%, per una perdita di 120 miliardi di euro, porterà alla chiusura definitiva di oltre 390 mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato. Una catastrofe che dietro l’apparente freddezza delle statistiche nasconde lo spettro della disoccupazione per oltre 200 mila lavoratori, con il rischio tenuta per il sistema economico nel suo complesso”.
“Un fotografia impietosa, che richiederebbe” – secondo il direttore di Confcommercio – “oltre ad interventi energici sul piano economico e l’utilizzo massiccio dei fondi del Recovery Fund, proprio il ritorno al lavoro per le imprese. Anche perché l’80% della riduzione del tessuto produttivo non è causato dal mercato, ma dal Covid-19. Così, lo stock complessivo per l’insieme delle imprese del terziario di mercato e del commercio non alimentare si ridurrà dell’11,3%, con un tasso di mortalità delle imprese del commercio quasi raddoppiato rispetto al 2019 (dal 6,6% all’11,1%), e addirittura più che triplicato per i servizi di mercato (dal 5,7% al 17,3%)”.
“Il virus economico è penetrato profondamente nell’economia provinciale del terziario, come dimostra la proiezione di questi dati a livello territoriale” – aggiunge Pieragnoli: “Il 2020 si chiuderà con chiusura di almeno 4.000 imprese del commercio e dei servizi, e particolarmente colpite saranno le agenzie di viaggio (-22,3%), negozi di abbigliamento e calzature (-17,1%), bar e ristoranti (-14,4%), palestre (-12,3%), attività professionali (-12,2%), ambulanti (-11,8%), alloggio (-9,2%). Saracinesche abbassate quindi per oltre 1.000 negozi al dettaglio, 430 tra bar e ristoranti, 244 ambulanti, 50 alberghi solo per fare alcuni esempi comunque significativi di una situazione estremamente preoccupante. E non dimentichiamo la chiusura per circa 400 professionisti tra iscritti e non iscritti ai rispetti ordini, operanti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazioni, artistiche e intrattenimento”.
“Guardando al nuovo anno, ci vuole un efficace vaccino anche per risollevare l’economia e le imprese così duramente colpite” – conclude il direttore – “riaprendo le attività commerciali e dando loro la possibilità di tornare a guadagnare, e intervenendo con sostegni a fondo perduto e cancellazione di imposte e tasse”.