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Il Laboratorio Mes Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha presentato venerdì 30 ottobre i risultati della valutazione della performance delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) per anziani durante un webinar, per capire la qualità delle strutture nel 2019, anno “ante Covid-19”. I risultati del 2019 sono monitorati attraverso un set di circa 40 indicatori, valutati secondo standard condivisi in cinque fasce colore (dal rosso, la fascia più critica, al verde, la fascia ottima). Il progetto ha valutato le performance di circa un terzo (100) delle RSA attive in Toscana, che hanno aderito in maniera volontaria, ma il gruppo di ricerca del Laboratorio MeS Management e Sanità ha compiuto anche un’azione di monitoraggio, coinvolgendo in questo caso tutte le strutture (circa 300) regionali.
All’incontro online, oltre ai rappresentanti delle 100 RSA che hanno aderito alla valutazione delle proprie performance, hanno partecipato Serena Spinelli, assessore regionale per le Politiche sociali, l’Edilizia residenziale pubblica e la Cooperazione internazionale; Barbara Trambusti, dirigente della Regione Toscana responsabile delle Politiche di integrazione; le direttrici dei Servizi sociali delle Aziende sanitarie, in particolare Laura Brizzi per la Asl Toscana Nord Ovest; Lia Simonetti, per la Asl Toscana Sud Est.
In questo momento legato alla pandemia da Covid-19, l’attenzione delle istituzioni e dei media per il mondo delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) per anziani è al massimo. Le RSA costituiscono un riferimento importante per l’assistenza agli anziani non autosufficienti o che si trovano in particolari condizioni di fragilità e solitudine. Capirne il funzionamento e la qualità erogata sono azioni fondamentali per valutarne poi l’efficacia e l’efficienza. Circa 100 RSA della Regione Toscana partecipano dunque in maniera volontaria, per il triennio 2018-2020, al sistema di valutazione delle performance sviluppato dal Laboratorio Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. La responsabile scientifica del progetto è la ricercatrice Sara Barsanti, coadiuvata da un gruppo di collaboratori del Laboratorio Management e Sanità.
“L’incontro di venerdì 30 ottobre rappresenta un momento importante di discussione sulla qualità in queste strutture – commenta Sara Barsanti – argomento di particolare significato in questo momento legato alla pandemia Covid-19. Cosa succede agli anziani una volta che diventano residenti di queste strutture? Come garantire il governo e la verifica dell’assistenza, quando il sistema sanitario si affida ad altri soggetti gestori? Discutere sulla qualità è un tassello imprescindibile per una migliore gestione e governo dei percorsi assistenziali sociosanitari, attraverso il ‘performance management’”.
I risultati del 2019 mostrano una assistenza mediamente buona per la maggior parte delle 100 RSA valutate. A livello medio toscano, infatti, non risultano indicatori nella fascia rossa e pochissimi sulla fascia arancione. Ad esempio, con riferimento all’organizzazione dei servizi assistenziali, tra i quali la predisposizione del Piano assistenziale individuale, le attività ricreative e la gestione delle scale di valutazione dei bisogni degli assistiti si rilevano performance molto buone in quasi tutte le 100 RSA.
Gli esiti dell’assistenza che sono valutati, ad esempio, attraverso le cadute in struttura mostrano risultati in media buoni, con situazioni sensibilmente più critiche in alcune RSA. La valutazione ha però sottolineato un netto miglioramento delle cadute con esito importante (ricovero, accesso al PS o morte dell’assistito) che dal 14 per cento scende al 10 per cento di assistiti nell’anno, con cadute di questo tipo. Molto buoni anche gli indicatori che monitorano le ulcere da pressione insorte in struttura, dove le percentuali sono assai basse (inferiori al 10 per cento degli assistiti in un anno) e continuano a diminuire nel tempo. Non soltanto: in oltre il 60 per cento dei casi le ulcere migliorano nel tempo.
Indicatori fondamentali anche in previsione dei risultati del 2020 e della gestione della pandemia o di qualsiasi altro tipo di infezione, sono quelli legati alla copertura vaccinale antinfluenzale. In oltre l’80 per cento degli assistiti è stato somministrato nel 2019 il vaccino antinfluenzale, percentuale buona se si confronta con la media degli anziani che non risiede in struttura. Si tratta di un dato, sottolinea il gruppo di ricerca, che comunque può e deve migliorare ancora. Più critica invece appare la copertura dello stesso vaccino sugli operatori: meno di un operatore su 3 si è vaccinato nel 2019. Di sicuro, l’emergenza ha segnato un cambio culturale su questa abitudine e i ricercatori si attendono grandi miglioramenti sull’indicatore dal 2020.
Altro tema importante che segna un migliore governo della qualità è la formazione degli operatori. Il dato a livello regionale ha performance non brillanti, ma è in costante aumento e miglioramento nel tempo. E’ così dovrà essere per il 2020 e gli anni a seguire, sottolinea il gruppo di ricerca. Ad esempio la formazione sull’igiene delle mani è passata dal coinvolgere il 32 per cento degli operatori nel 2018 al 46 per cento nel 2019, la formazione sulle contenzioni dal 25 per cento del 2018 al 35 per cento.
“Ricordiamo – continua Sara Barsanti – che gli anziani che vivono nelle RSA, non sono soltanto semplici pazienti. Capire le loro esigenze e la loro esperienza, nonché quella dei familiari e degli operatori, è un’altra dimensione fondamentale da monitorare per la garanzia di una serena permanenza nella struttura, nonché fondamentale tassello comunicativo con i familiari.” Indagini di soddisfazione sono infatti incluse nel sistema di valutazione. Gli assistiti su una scala da 0 a 100 sono molto soddisfatti della vita in struttura, con un posizionamento di 89/100; anche i familiari sono completamente soddisfatti della assistenza fornita con una valutazione di 93/100. Infine, gli operatori si sentono soddisfatti del proprio lavoro con una valutazione di 85/100. Più critico risulta invece il giudizio degli operatori ad esempio sui turni di lavoro, con una valutazione di 68/100. Il benessere del personale è una variabile fondamentale per una buona gestione della qualità nonché del rapporto con gli assistiti.
“In questo momento così complesso, soprattutto per queste strutture, confrontarsi sui risultati, sulle buone pratiche e fare sinergia – conclude Sara Barsanti – è fondamentale per affrontare l’emergenza e pensare per il futuro ad una gestione più integrata di queste strutture all’interno del sistema sanitario e sociosanitario regionale e nazionale, nonché riprogettare la natura stessa dei percorsi residenziali, rendendoli più aperti anche verso la comunità di riferimento”.