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Un Ponte senza età: quando sono i nipoti a prendersi cura dei nonni

Si chiama “Un ponte senza età” il progetto finanziato dalla Regione
Toscana e che vede protagonisti i nipoti e i nonni di Montescudaio. Si
propone di contrastare la vulnerabilità della popolazione anziana del
territorio della Bassa Val di Cecina.

Gli attori principali sono gli alunni delle due classi terze della scuola
secondaria inferiore “Griselli” di Montescudaio, che si sono assunti un
compito da far tremare le vene dei polsi: vincere l’isolamento sociale,
garantendo una risposta integrata ai bisogni socio-relazionali degli
anziani attraverso una cultura della solidarietà e il coordinamento di
interventi specifici.

Ma i ragazzi non si sono persi d’animo e, insieme ai loro insegnanti, hanno
pensato di realizzare un video in cui i nonni possano esprimersi e
raccontare le loro esperienze e di partecipare ad un corso di cucina
povera, così da sfruttare, con l’aiuto di un cuoco locale, le abilità
delle nonne ai fornelli.

Nel frattempo il Covid ci ha messo lo zampino, ma i ragazzi non si sono
scoraggiati e hanno pensato di iniziare i contatti con una serie di
interviste telefoniche, in attesa di poter “accorciare le distanze” con
i nonni.

È un progetto con un valore sociale e culturale importante – spiega
l’assessora regionale all’istruzione, Alessandra Nardini – per questo lo
abbiamo finanziato. Mai come adesso abbiamo bisogno di costruire ponti e
collanti dentro le nostre comunità e di prevenire la solitudine e
l’isolamento. Questa iniziativa, che rappresenta anche un modo di fare
scuola innovativo e immerso nei contesti sociali, va in tale direzione
poiché collega le generazioni, le mette in relazione e le fa dialogare,
stimolando inoltre l’attività creativa dei giovani. Va a tal proposito
sottolineata la parte che riguarda la cosiddetta ‘Bottega della memoria’,
che prevede il coinvolgimento anche di studentesse e studenti delle medie
superiori come veri e propri biografi, raccogliendo vicende di vita degli
anziani del territorio e rendendo patrimonio collettivo le radici e le
storie della comunità a cui appartengono
“.

Il progetto sta per iniziare ed andrà avanti fino a marzo, quando verranno
presentati i risultati di tanto impegno.

Ben vengano – aggiunge l’assessora regionale al sociale, Serena Spinelli
tutte quelle iniziative che si pongono l’obiettivo di contrastare
l’isolamento e la solitudine delle persone anziane. Mi pare che da questo
punto di vista sia prezioso il rapporto che il progetto si propone di
stabilire tra loro e i giovani studenti, facendo del rapporto tra le
generazioni e della trasmissione dei saperi un elemento di inclusione e
coesione sociale. Ringrazio quindi le istituzioni e le associazioni
coinvolte nel progetto di cui vedrò volentieri gli esiti finali
”. “Un
ponte senza età” ha come capofila l’Arci della Bassa Val di Cecina che,
assieme al Comune di Montescudaio si occuperà della mappatura dei bisogni esistenti sul territorio identificando le situazioni di isolamento e
organizzando forme di aggregazione sociale capaci di coinvolgere anziani e
popolazione locale e di stimolare il rafforzamento dei legami sociali e il
mutuo-aiuto.

La memoria di una comunità – osserva la sindaca di Montescudaio, Simona
Fedeli – è il suo bene più prezioso . Per questo motivo siamo orgogliosi
di presentare questo progetto, che vede protoganisti i nostri anziani,
nell’obiettivo di lasciare una importante testimonianza alle giovani
generazioni attraverso un racconto identitario . La narrazione, creata
attraverso video e interviste dei ragazzi racconterà come le donne e gli
uomini del secondo dopoguerra vivevano nel paese. Attraverso la
ricostruzione dei mezzi di sostentamento del tempo, dei diversi ruoli
all’interno della famiglia delle donne e degli uomini, della fisionomia dei
luoghi, sarà valorizzato e tramandato il valore storico, culturale e
identitario della nostra comunità, creando un ponte intergenerazionale
dei saperi , ma soprattutto del vissuto di una comunità rurale toscana ,
in un’Italia dilaniata dalla guerra. Il periodo che stiamo vivendo talvolta
viene paragonato a quello. Sarà interessante riflettere con i ragazzi
anche da questa prospettiva , facendo loro comprendere che i sacrifici di
oggi sono di ben altra natura rispetto a quelli dei giovani di allora
”.

Il progetto ha una funzione educativa intergenerazionale, permetterà di
valorizzare i vissuti, gli antichi mestieri, gli stili di vita e le tradizioni in particolar modo culinarie delle famiglie contadine del primo dopo guerra, aumenterà la conoscenza del passato negli studenti oltre che stimolarne la creatività artistica, favorirà il confronto e stimolerà i legami tra giovani ed anziani.

I numerosi Circoli presenti e diffusi sul territorio – spiegano i
dirigenti dell’Arci della Bassa Val di Cecina – sono un presidio sociale
che accoglie le donne e gli uomini della terza età e li difende dalla
marginalizzazione e dalla solitudine, crea condizioni di socialità e svago
che aiutano il mantenimento dei rapporti personali, anche nei piccoli
centri. E’ stato quindi naturale promuovere, insieme al Comune di
Montescudaio, questo progetto di riscoperta e trasmissione della memoria,
che faccia da testimone e da congiunzione fra le vecchie e le nuove
generazioni. Un messaggio di speranza contro l’incertezza del futuro
”.

Quando la situazione lo permetterà verrano organizzati anche momenti
d’incontro dove gli anziani mostreranno le vecchie lavorazioni (delle
corde, del ferro) che ormai stanno scomparendo ed insegneranno agli
studenti ricette tradizionali della cultura contadina dell’epoca.

A primavera è in programma un evento finale durante il quale si cercherà
di invitare le istituzioni e la cittadinanza locale per la presentazione
del documentario. Agli studenti il compito finale di preparare i cibi
secondo le ricette che avranno nel frattempo appreso. La Regione Toscana ha finanziato il progetto attraverso un contributo di
5.800 euro.