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“In attesa dei ristori garantiti dal governo, per i quali abbiamo chiesto l’allargamento della platea dei beneficiari coinvolgendo anche settori non direttamente interessati dall’ultimo Dpcm, invitiamo l’amministrazione comunale ad intervenire subito su tributi di propria competenza a cominciare dalla Tari. Le cartelle sono già arrivate con scadenza 31 ottobre e 15 dicembre”. E’ Luigi Micheletti, presidente area pisana di Confesercenti Toscana Nord, a rivolgersi con un appello al sindaco Michele Conti affinchè intervenga sulla Tari che soprattutto per le utenze non domestiche che si trovano a pagare due rate in meno di due mesi.
“In una situazione di totale emergenza – insiste il presidente – con prospettive ancora più negative per le attività commerciali, il Comune dovrebbe intervenire per quanto di propria competenza congelando la rata del 15 dicembre della Tari. Lo slittamento della prima rata dalla primavera al 31 ottobre, ha creato un accavallamento di scadenze che gli imprenditori non sono in grado di sostenere. Siamo convinti che Palazzo Gambacorti, comprendendo la situazione, conceda questo legittimo slittamento al 2021. E prenda in in esame anche quelle imprese, ad esempio della zona di piazza dei Miracoli, – conclude Micheletti – che in assenza di turisti hanno chiuso le proprie attività senza quindi produrre rifiuti”. Capitolo a parte riguarda i campeggi che pagano la tassa sui rifiuti in base a metri quadri dell’attività a prescindere dalla reale produzione. “In questo caso stiamo parlando di cifre molto consistenti – aggiunge il responsabile area pisana di Confesercenti Toscana Nord Simone Romoli – che devono essere pagate da attività che nel periodo estivo hanno visto un crollo di presenze tra il 70 e l’80%. Cifre che i titolari non sono in grado di sostenere in questi momenti. Chiediamo quindi non solo il rinvio della rata di dicembre – conclude Romoli – ma anche una rimodulazione per l’anno 2020 tenendo conto delle reali presenze di turisti e quindi di produzione dei rifiuti. Presenze verificabili dalla comunicazioni che per legge i campeggi sono tenuti ad effettuare. Stesso discorso per gli alberghi anche loro con crolli certificabili di presenze e quindi fatturati”.