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Negli ultimi due anni e mezzo la destra sta smantellando quel poco che resta dei servizi comunali, con ripercussioni molto negative sia per i lavoratori del Comune sia per i servizi che vengono forniti alle cittadine e ai cittadini.
Se, da un lato, i limiti alle assunzioni, i tagli agli enti locali, i vincoli imposti dal patto di stabilità hanno ridotto la possibilità per l’ente di assumere (nonostante via sia capacità di spesa), dall’altro lato la campagna contro il pubblico impiego, la propaganda per “un comune leggero” che vede il personale come una spesa inutile da tagliare, la logica imperante dell’esternalizzazione ha fatto sì che i dipendenti del Comune siano ridotti ad oggi a meno di 700 unità, con interi settori quasi completamente scoperti e ormai privi di personale.
A questo quadro si aggiunge la scelta specifica della giunta Conti, la quale, come dimostrano i piani del personale redatti in questi anni, ha letteralmente smantellato alcuni uffici, concentrandosi solo ed esclusivamente sull’assunzione di agenti della Polizia Municipale, di cui si è cercato di trasformare funzioni e prerogative con esiti disastrosi sul fronte della sicurezza della città.
Ci troviamo davanti a situazioni ormai insostenibili all’interno del Comune di Pisa con ripercussioni negative sui servizi offerti alla cittadinanza, come dimostrano alcuni casi eclatanti, primo fra tutti l’Ufficio casa: nel giro di pochi anni si è passati da 10 impiegati ad appena 3 unità di personale, un numero così esiguo da rendere impossibile la gestione dei carichi di lavoro, sempre in aumento a causa dei nuovi bisogni legati alla crisi. Nei periodi più impegnativi, in particolare quando sono aperti i bandi per l’assegnazione delle case, gli sportelli al pubblico registrano un orario di apertura insufficiente. Anche quando dovrebbe essere assicurato il servizio di informazioni per via telefonica, gli utenti lamentano difficoltà nell’ottenere risposta.
Situazione analoga si registra all’Ufficio anagrafe, dove i lavoratori e le lavoratrici sono in stato di agitazione dal mese di luglio, mentre gli uffici decentrati all’interno delle ex circoscrizioni sono quasi completamente chiusi per assenza di personale e a causa dei mancati investimenti, con pesanti disagi per i cittadini che vivono nelle periferie. A ciò si aggiungono le pesanti carenze della stessa amministrazione nel far fronte alle richieste, da parte dei sindacati, di garantire le condizioni di sicurezza a chi opera agli sportelli, istanze che, ad oggi, non hanno trovato adeguata risposta.
Altro caso clamoroso è quello della Biblioteca comunale, dove già ben prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria era stato attuato un pesante restringimento degli orari di apertura in seguito al pensionamento di diversi dipendenti. La situazione di criticità era nota da tempo ma, nonostante le promesse dell’assessore alla cultura Magnani, non è arrivata la necessaria programmazione di nuove assunzioni. Anche a emergenza finita, in questo luogo di presidio strategico, indispensabile per lo sviluppo culturale della nostra città, ci ritroveremo con un numero troppo esiguo di dipendenti e un grande carico di lavoro, a fronte di un’utenza sempre in crescita che ha diritto di poter usufruire di tutti i servizi in fasce orarie comode ed ampie. E’ impensabile, ad esempio, pensare di poter sacrificare l’apertura del sabato, che è sempre stato il giorno di maggiore affluenza in biblioteca.
Pesantissime carenze di personale si riscontrano anche nella gestione di tutti i servizi educativi e della cultura provocando, a causa di carichi di lavori insostenibili, ritardi persino nella gestione ordinaria delle attività.
E’ evidente da questa breva panoramica che ci troviamo davanti ad una scelta tutta politica della giunta Conti nella gestione del personale, scelta che non condividiamo e che denunciamo con forza. Riteniamo che sia indispensabile sposare le istanze dei dipendenti del Comune a quelle dei cittadini e delle cittadine che si rivolgono agli uffici comunali per dar gambe a una battaglia condivisa: chiediamo servizi di qualità e, allo stesso tempo, condizioni di lavoro di qualità (e sicurezza) per i dipendenti.
Per tutte queste ragioni domani, mercoledì 18 novembre, su nostra richiesta, avremo un’audizione in Quarta Commissione consiliare dell’assessora Giovanna Bonanno, la quale si è rivelata finora sfuggente su questi temi, per non dire evanescente.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile