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“Questa variazione di bilancio ci è stata presentata un mese fa come interamente incentrata sulla sanità, e invece scopriamo nelle commissioni che solamente un terzo dei circa 30 milioni previsti saranno investiti in salute, in grave ritardo peraltro rispetto alla seconda ondata che sapevamo sarebbe arrivata ad autunno. E nessuno che ci abbia interpellato per condividere le scelte riguardo la distribuzione di queste risorse: è questa la collaborazione costruttiva con le opposizioni che intendeva la Giunta? Impensabile per noi poter votare una proposta simile, di cui non condividiamo gran parte dei punti”.
Così Irene Galletti, Capogruppo del Movimento 5 Stelle Toscana commenta la variazione di bilancio presentata oggi in Consiglio Regionale.
“Nell’allegato con le previsioni finanziarie troviamo diverse voci che ben poco hanno a che fare con l’emergenza sanitaria e socioeconomica che stiamo affrontando – segnala Galletti –. In questo momento molte categorie chiedono un sostegno concreto alla Regione: il mondo dello spettacolo, ad esempio, non è fatto solo di grandi fondazioni come il Maggio Musicale, in difficoltà da molti anni o il Teatro della Toscana, ma anche di molte piccole realtà fuori dall’area metropolitana fiorentina. E destinare solo un milione di euro al turismo è come dare un’elemosina a migliaia di operatori del settore che faticano a vedere un orizzonte futuro e che lottano per sopravvivere in attesa di ristori a fondo perduto”.
“Se si aggiungono poi i 100 mila euro destinati dal bilancio di previsione finanziario del Consiglio regionale alla scuola di formazione politica, una scelta a nostro avviso inopportuna e poco rispettosa di chi sta facendo veri e propri miracoli per tenere in piedi la propria attività ai tempi del Covid, si arriva al colmo” incalza la pentastellata. Pertanto, in attesa di poter esaminare il bilancio di fine anno, non possiamo che dichiararci contrari a questo variazione di bilancio che, con poche eccezioni, dimostra scarsa attenzione alle categorie economiche ad oggi escluse dai ristori regionali e alle quotidiane richieste di intervento provenienti dagli operatori sanitari.”