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Può, e in che modo, una battaglia culturale diventare legge dello Stato, come è avvenuto nel caso del disegno di legge Zan approvato giovedì 4 novembre dalla Camera? È possibile quando entra in campo quella che viene definita “advocacy legislativa”, ovvero la partecipazione attiva e il sostegno della società civile a temi di particolare rilevanza sociale. E’ una missione nella quale l’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa crede e della quale si fa promotore in modo concreto, grazie al costante coinvolgimento delle sue giuriste e dei suoi giuristi – docenti, ricercatrici e ricercatori – nel processo di riflessione e di elaborazione di riforme legislative.
Fra le esperte e gli esperti con un ruolo di primo piano nella consulenza legislativa al più recente Dl Zan, il disegno di legge in materia di prevenzione e contrasto a discriminazioni e violenza legati a genere, orientamento sessuale e disabilità, si segnala Gaetana Morgante, direttrice e docente di Diritto penale dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Nella sua qualità di coordinatrice del Gruppo di lavoro sugli atti discriminatori dell’Associazione dei professori di diritto penale (Aipdp) Gaetana Morgante ha lavorato alle proposte di modifica dei delitti contro la persona previsti dal Codice penale.
“Erano già pendenti alcuni provvedimenti di riforma del Titolo dei delitti contro la persona – spiega Gaetana Morgante – ed era in corso una attività di riforma legislativa alla quale abbiamo partecipato nella fase di drafting (redazione, NdR) rendendoci disponibili per audizioni parlamentari. Tutto questo fa parte della attività di advocacy, ovvero di partecipazione all’attività di iniziativa legislativa da parte dell’Università, che noi come Scuola Superiore Sant’Anna da sempre svolgiamo. Si tratta di una partecipazione – precisa la direttrice dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna – che individua il valore civile prima ancora che giuridico nel sostenere alcune battaglie e le porta avanti nel mondo della cultura, che non può e non deve essere autoreferenziale ma aprirsi e contribuire al progresso del Paese. In una parola – spiega – l’università deve fare quella che viene definita ‘terza missione’, per portare un impatto positivo sulla società e, in questo caso, portando tutele nella vita delle persone”.
“Il disegno di legge Zan – spiega Gaetana Morgante – è stato oggetto di importanti riflessioni anche all’interno dell’Aipdp, perché vi era chi ravvisava nella mia proposta di estensione della punibilità degli atti discriminatori per motivi razziali anche a quelli motivati dall’identità di genere, l’orientamento sessuale e la disabilità della vittima profili ritenuti al limite della criminalizzazione dell’opinione. In realtà, oltre a non esservi nulla di tutto ciò, ho sostenuto in modo molto forte questo disegno di legge perché sono convinta dell’importanza e del valore (anche) simbolico di garantire l’applicazione della sanzione più grave prevista dal nostro ordinamento per un comportamento discriminatorio. Le modifiche proposte con questo disegno di legge rendono più rispondente al principio di uguaglianza la disciplina attuale che sinora punisce gli atti discriminatori solo se motivati da ragioni razziali”.
“Il mio impegno – prosegue Gaetana Morgante – a supporto dei firmatari del dl che attende la seconda lettura in Senato è stato quello di portare avanti una battaglia di civiltà che vuole stigmatizzare le discriminazioni anche oltre i casi di discriminazione razziale”. L’advocacy legislativa in tema di contrasto alla violenza di genere e alle discriminazioni fondate sull’identità e l’orientamento sessuale è una cifra caratteristica della Scuola Superiore Sant’Anna e, in particolare, del suo Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) che alle ‘inclusive societies’ ha intitolato e dedicato il proprio ‘Progetto Strategico’”.
“Immediato precedente all’attività svolta per il disegno di legge Zan – è sempre Gaetana Morgante a parlare – era stato il provvedimento legislativo di riforma dell’indennità per le vittime di reati a base violenta. In quella occasione, con Anna Loretoni, preside della Classe di Scienze sociali e docente di Filosofia politica, avevamo organizzato, alla presenza di numerosi parlamentari, incontri e iniziative anche alla Scuola Superiore Sant’Anna. Durante questi incontri avevamo sostenuto con forza la necessità di abolire quello che era stato ribattezzato come ‘il listino della vergogna’, che quantificava con cifre ridicole le indennità da corrispondere alle vittime di reati commessi con violenza alla persona. Anche il quel caso le nostre proposte erano state accolte dal legislatore e si fecero ‘terza missione’”.