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L’indice di pace di un Paese classifica la qualità della vita di una nazione in base a vari indicatori come la presenza di conflitti interni, le spese militari in proporzione al Pil, la facilità di accesso alle armi, il numero di detenuti ogni 100 mila abitanti. Secondo questo indice, nel 2019 il paese con qualità della vita più alta era l’Islanda, e subito dopo Nuova Zelanda e Portogallo mentre l’Italia era 39esima. L’indice è prodotto su base annuale ed è sviluppato dall’Institute for Economics and Peace attraverso indagini istituzionali e governative, raccogliendo dati onerosi sia in termini di tempo che di costi. I nuovi flussi di dati digitali, combinati con le potenzialità dell’intelligenza artificiale, possono però aiutare a rendere queste misurazioni più economiche e in tempo reale.
Un gruppo di ricercatori all’interno del dottorato interuniversitario in Data Science della Scuola Normale Superiore, composto da Vasiliki Voukelatou (Scuola Normale), Luca Pappalardo, Lorenzo Gabrielli, Fosca Giannotti (Cnr-Isti di Pisa) e Ioanna Miliou (Università di Pisa), ha dimostrato che è possibile individuare le fluttuazioni mensili dell’indice di pace globale (Global Peace Index) senza costi e con una frequenza quasi istantanea, utilizzando i dati del Global Database of Events Location and Tone (Gdelt), una piattaforma supportata da Google.
Con il Global Database of Events Location and Tone è possibile “catturare” tutte le notizie più importanti pubblicate dalle principali agenzie di stampa nel mondo. In particolare, i ricercatori hanno analizzato le notizie relative a 162 Paesi: usando l’intelligenza artificiale, hanno dimostrato che l’attenzione dei media, il “sentiment” e la stabilità sociale descritti nelle notizie del database Gdelt possono essere usati per misurare l’indice di pace globale a livello mensile e per svelare il profilo di un paese dal punto di vista socio-economico, politico e militare.
Considerando che la società globale sta attraversando una drammatica crisi e una forte instabilità socio-economica e politica, è necessario avere frequenti aggiornamenti dell’indice di pace”, suggeriscono i ricercatori. “A tal fine il database Gdelt, che viene aggiornato ogni 15 minuti, può contribuire a più frequenti stime dell’indice di pace globale, in tempo quasi reale”. Questo nuovo strumento è un passo importante per consentire ai ricercatori, ai politici e alle società non governative, come l’ONU e la Croce Rossa, di reagire tempestivamente alla situazione di un Paese, di applicare politiche più eque, prevenire effetti dannosi per la società, e contribuire efficacemente al progresso della società. La ricerca è stata presentata la scorsa settimana nel corso della International Conference on Data Science and Advanced Analytics, appuntamento internazionale che normalmente si svolge a Sidney ma che quest’anno si è tenuto online e in cui si presentano ricerche d’avanguardia nel campo della scienza dei dati.
Info della conferenza:
· Vasiliki Voukelatou, Luca Pappalardo, Ioanna Miliou, Lorenzo Gabrielli, and Fosca Giannotti, Estimating Countries’ Peace Index through the Lens of the World News as Monitored by GDELT, Proceedings of the 7th IEEE International Conference on Data Science and Advanced Analytics, DSAA2020, 6-9 ottobre 2020, Sidney, Australia.
· i link del programma: http://dsaa2020.dsaa.co/main-track-papers/, http://dsaa2020.dsaa.co/technical-program/