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Invariata la quantità, qualità discreta o buona per quasi tutti i produttori
Buona quantità, discreta e a tratti elevata qualità. L’annata 2020 dei vini di Riparbella si preannuncia così, in estrema sintesi e con le dovute differenze tra produttore e produttore. Con la vendemmia che volge definitivamente al termine, il territorio che esprime più vini e più note si presta a una ricognizione interessante sui fattori, primo fra tutti il clima, che hanno segnato la stagione dell’uva, dalla crescita alla raccolta.
Le differenze che riscontriamo tra i produttori di Riparbella, le loro scelte di fondo e quelle dei loro enologi ci consentono di allargare lo sguardo sul futuro prossimo del vino toscano, nel tentativo, sia pure parziale, d’interpretare come è andata la stagione.
La vendemmia è andata bene e chi sta ultimando le operazioni conta in tre o quattro giorni di bel tempo per portare a compimento l’opera. In diversi casi, la vendemmia è invece conclusa.
Rispetto ad altre realtà toscane, non si registrano cali della produzione né diradamenti effettuati a priori. La resa è apparsa buona per diversi vitigni, in qualche caso con uve eccellenti, con acini consistenti al loro interno e anche all’esterno, ideali per la produzione di rossi.
Va da sé che Riparbella non è un consorzio e che non produce un solo tipo di vino. Da chi ha scelto l’insegna del naturale e biologico a chi si spinge su bianchi di alta gamma, come La Regola, non manca però un rosso locale, il Tresoro blend prodotto con le uve di tre realtà locali: il Cabernet Sauvignon di Caiarossa, il Cabernet Franc di Duemani e il Merlot di Tenuta Prima Pietra.
La sintesi sui rossi arriva proprio da Caia Rossa: «L’inverno mite ha anticipato il germogliamento e la primavera è proseguita con alternanza di precipitazioni e bel tempo, condizioni che hanno favorito un buon sviluppo vegetativo. Alla prime due settimane di giugno che hanno visto abbondanti piogge, sono seguiti giorni di clima asciutto e caldo fino alla fine di agosto. Globalmente è stata un’annata che ha portato ad avere uve dall’ottimo potenziale, con tannini ben maturi ed acidità bilanciate».
In generale, le piogge di aprile e maggio, alle quali è seguito tanto sole, hanno favorito la stagione, mettendo peraltro le piante al riparo da attacchi fuori norma dei parassiti. Particolare curioso, registrato in pochi casi, qualche anno dovuto ai cinghiali, forse a causa di una stagione della caccia ridotta, così come molte altre attività in questa difficile annata.
Ultime giornate di vendemmia, infine, per il Sangiovese che, a macchia di leopardo e in base a ogni singolo microclima, registra una leggero calo di produzione. La quantità resta valida, per una qualità media. Molto dipenderà dal tempo atmosferico di questi giorni.
A conti fatti, i vini di Riparbella registrano un pareggio nelle quantità rispetto all’anno precedente, nonostante la previsione di un leggero calo per una qualità buona, con punte d’eccellenza.
PER APPROFONDIMENTI E I PARERI DEI PRODUTTORI
www.riparbellaresort.it