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“L’economia non può reggere un altro lockdown, se è vero che già oggi molte imprese hanno abbassato la saracinesca e un’altra chiusura sarebbe il colpo di grazia”. A lanciare l’allarme il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli: “Le conseguenze di un eventuale, nuovo lockdown sul sistema di imprese, soprattutto quelle del commercio e dei servizi, sarebbero talmente gravi che nessun istituto di ricerca economica prende seriamente in considerazione quest’ipotesi. A livello pisano, basta osservare quello che è accaduto negli ultimi 5 giorni, dove il semplice paventare una nuova chiusura, ha avuto come effetto immediato una riduzione dei fatturati del 30%. E non stiamo parlando parliamo solo di food, ovvero bar, ristoranti e simili, ma anche negozi di abbigliamento e altri generi non alimentari. E’ chiaro che di questo passo, per forza di cose, la strada tracciata è una chiusura generalizzata”.
Per il direttore di ConfcommercioPisa è sbagliato addebitare le responsabilità di questa impennata di contagi ai locali e alle attività commerciali: “Non è pensabile far ricadere sulle imprese, che nella stragrande maggioranza hanno applicato con scrupolo le prescrizioni di sicurezza, quelle responsabilità che appartengono ad altri. Ci sono alcuni fenomeni che dovrebbero essere gestiti dalle forze dell’ordine: l’obbligo di tenere indossata la mascherina fuori dai locali non può essere imputata ai gestori di attività, il cui ruolo non è certo quello di fare gli sceriffi, ma è compito di polizia forze dell’ordine, municipale intervenire affinché questa ed altre norme essenziali siano fatte rispettare. Come è giusto che un imprenditore che non applica le norme sia sanzionato, altrettanto doveroso è sanzionare tutti coloro che non indossano la mascherina all’aperto, in primis proprio quei giovani che tanto amano la movida. Ma qui l’intervento delle autorità è fondamentale”.
“Trasformare i negozi e i locali nel facile capro espiatorio è profondamente ingiusto e sbagliato, e alla fine, a rimetterci, non saranno soltanto gli imprenditori. L’occupazione in provincia di Pisa segna già adesso un -20% e da quando è scoppiata l’epidemia da Covid al 31 dicembre prossimo, tra difficoltà di accesso al credito, calo dei consumi, fiducia ai minimi e incertezza del futuro, prevediamo la chiusura di almeno 4 mila imprese del commercio e dei servizi. Un mondo senza imprese vuol dire un mondo impossibile: ma impossibile per tutti” – conclude Pieragnoli.