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CNA lancia l’allarme: “Migliaia di imprese rischiano la chiusura con il nuovo Dpcm”

 “Quanti altri DPCM dovremo attenderci? Dato che siamo in autunno e l’inverno terminerà a marzo 2021, quante altre restrizioni ci saranno? Diciamo questo non per spirito polemico, ma perché dobbiamo sapere cosa dire alle imprese. Perché un’impresa grande o piccola che sia, non lavora alla giornata, ma programma la propria attività” così il portavoce del settore CNA Horeca Pisa Daniele Fagiolini esordisce e prosegue: “La nuova stretta governativa legata all’emergenza sanitaria, seppur motivata dalla priorità di garantire la salute, rischia di mettere definitivamente al tappeto interi settori dell’economia italiana, innescando una crisi sociale pericolosa e senza precedenti nella storia repubblicana“.

CNA chiede ristori reali commisurati alle perdite subite, immediati e destinati a tutte le imprese interessate dal provvedimento in aggiunta alla sospensione delle cartelle esattoriali, alla cancellazione dell’Imu, ai crediti d’imposta per affitti e bollette, alla cassa integrazione per i dipendenti. Alle 400mila imprese della ristorazione, del cinema, del benessere, degli eventi, del commercio e del turismo, direttamente colpite dal Dpcm, va aggiunto oltre un milione di imprenditori e professionisti delle filiere, che hanno altrettanto diritto in tempi rapidi a ristori adeguati al danno. La chiusura delle attività di spettacolo, cultura e tempo libero può avere pesanti ricadute sul sistema Italia peraltro a fronte di non accertate conseguenze dirette sulla diffusione del contagio”. La ristorazione bloccata si riflette negativamente su molti altri settori: operatori dello spettacolo, trasportatori, tassisti e ncc, tintolavanderie, operatori turistici, alberghi, arredatori, mercati ambulanti ed altro ancora.

Conseguenze ben avvertite, fra gli altri, dalle categorie del trasporto persone.

A tal fine sarebbe, ed è, stato sicuramente più efficace assicurare la distanza interpersonale sui trasporti pubblici – ha aggiunto Riccardo Bolelli portavoce CNA Bus nazionale e di Pisa – avvalendosi delle disponibilità che abbiamo più volte dichiarato dei mezzi delle imprese private del trasporto persone con le quali stiamo già lavorando a sostengo del TPL, e confidiamo che gli stanziamenti aggiuntivi messi a disposizione dalla Regione Toscana e l’abbassamento delle capienze possano davvero offrire una risposta efficace ai rischi di contagio e un maggiori utilizzo delle nostre flotte. Necessari anche maggiori controlli a bordo”.

 “Manca però il supporto al TPL che potrebbe essere offerto dalle vetture di autonoleggio e taxi. Su questo fronte niente ancora è stato fatto – lamentano Claudio Sbrana CNA Taxi Pisa e Roberto Lucarelli CNA Ncc Pisa – né gli interventi per le città d’arte, né misure concrete di integrazione dei nostri servizi con il TPL. Più controlli mirati e meno interventi a pioggia avrebbero sortito risultati maggiormente efficaci sul fronte della prevenzione. Ora confidiamo che i 4 milioni di euro in più messi dalla Regione Toscana, porti migliori servizi ai cittadini e del lavoro anche a noi”.

CNA chiede, infine, da subito la convocazione di un tavolo permanente di confronto operativo, con le Parti Sociali a livello provinciale e almeno in tutti i comuni più grandi, che hanno firmato i protocolli di sicurezza, per riprendere i proficui confronti aperti a primavera.